Negli ultimi anni è stata consuetudine comune ritenere che gli integratori alimentari contenti selenio potessero essere prescritti come prima prevenzione contro le malattie cardiovascolari, questa teoria è stata smentita da una review pubblicata recentemente secondo la quale assumere integratori a base di selenio non riduce il rischio di sviluppare cardiopatie.
Dalla review è emerso, inoltre, che non esiste un’associazione tra la supplementazione con selenio ed un aumento significativo del rischio di diabete di tipo 2; combinando i risultati di studi effettuati in passato, infatti, l'integrazione mostra di non aver influito né sul colesterolo totale, né sull’HDL, né sull’LDL. Solo in un trial che ha valutato diverse dosi di selenio l'integrazione si è associata a una riduzione significativa del colesterolo non-HDL.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
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