Il cibo spazzatura finisce nuovamente sul banco degli imputati con una scottante accusa: diete a base di fritti, snack salati, uova e carne sarebbero responsabili di ben il 35% degli infarti registrati in tutto il pianeta. A inchiodare leccornie e menu all'insegna di grassi e lipidi è uno studio realizzato in 52 Paesi. Chi sceglie diete 'occidentali' e ingurgita il cosiddetto 'junk food', rivela la ricerca pubblicata sulla rivista 'Circulation', è molto più esposto al rischio di infarto. Mentre, al contrario, è di gran lunga più al riparo chi ha la buona e sana abitudine di consumare frutta e verdura.
I ricercatori guidati da Salim Yusuf, della McMaster University, in Ontario (Canada), hanno monitorato ben 16 mila pazienti, 5.700 dei quali avevano appena avuto un infarto, il primo della loro vita.
Gli studiosi hanno dunque prelevato campioni di sangue e passato al setaccio le abitudini alimentari dei pazienti tra il febbraio 1999 e marzo 2003. I volontari sono stati quindi divisi in tre gruppi in base ai regimi alimentari. Il primo è stato definito 'orientale' per via dell'alto contenuto di tofu, soia e altre salse nella dieta; il secondo 'occidentale' per la presenza di cibi fritti, snack salati e carne sulle loro tavole; il terzo, infine, è stato definito 'prudente', per via dell'alto contenuto di frutta e verdura nei menu.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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