Una strada ancora tutta in salita, quella sulla contraccezione d’emergenza: tra rifiuto di fornire il farmaco e pellegrinaggio tra gli ospedali c’è ben poco da stare allegri. Secondo il sondaggio on line realizzato da “Mettiche.it”, il portale promosso dalla Smic, la Società Medica Italiana per la Contraccezione, il 68% delle donne che ne hanno avuto bisogno si sono viste inizialmente rifiutare il farmaco, e il 62% è stato costretto a un pellegrinaggio forzato tra gli ospedali per poterlo ottenere.
Il 60% non ha ricevuto indicazioni sulle strutture - ospedale o consultorio - alle quali rivolgersi per ottenere la prescrizione. La quasi totalità del personale sanitario non ha spiegato la differenza tra le due opzioni terapeutiche (pillola del giorno dopo con Levonorgestrel e pillola dei cinque giorni dopo con Ulipristal Acetato). E il 70% si è sentita “giudicata”. Ma non è tutto: ormai la contraccezione d’emergenza non ha più segreti – ben 7 donne su 10 sanno che è un metodo d’emergenza efficace per evitare una gravidanza indesiderata – sulla salute sessuale e le tematiche riproduttive le giovani donne italiane sono rimandate a settembre. Appena poco più di quattro su dieci sono consapevoli di esporsi al rischio di rimanere incinte in caso di rapporto non protetto, e tre su dieci della possibilità di contrarre malattie sessuali. Un dato allarmante considerando che solo una su dieci conosce dettagliatamente i principi dell’ovulazione, mentre ben il 73% ritiene che i giorni fertili siano solo quelli dal 14° al 15° giorno dal ciclo, ignorando che si può rimanere incinte ogni volta che si fa sesso, anche perché la “finestra fertile” di un donna è molto più ampia di quello che si pensi. Non solo, il 56% pensa che il coito interrotto sia un buon sistema per evitare una gravidanza non desiderata. Il sondaggio della Smic aveva l’obiettivo di capire quanto le italiane, a distanza di un anno, siano informate sui sistemi contraccettivi e sulle tematiche sessuali e riproduttive. Al sondaggio hanno partecipato, da giugno a luglio, quasi 3mila e 500 donne dai 14 anni in su, l’84% concentrate nella fascia di età tra i 21 e i 25 anni. Di queste, solo il 4% ha dichiarato di aver fatto ricorso alla contraccezione d’emergenza. “Rilevare che ancora oggi a quasi il 70% delle donne che ha avuto la necessità di ricorrere alla contraccezione di emergenza (CE) sia stata inizialmente rifiutata questa metodica di prevenzione, mi sconcerta – ha detto Emilio Arisi, Presidente della Smic – anche perché il problema delle gravidanze indesiderate è ancora rilevante in Italia: sono il 33% di tutte le gravidanze e il 50% finisce con un aborto.
Se l’articolo ti è piaciuto inoltralo ad un collega utilizzando l’apposita funzione
Fonte: smic
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Commenti