La diagnosi precoce della malattia d'Alzheimer - un milione di casi in Italia - sarà possibile da gennaio grazie all'impiego di nuovi isotopi radioattivi che, iniettati in vena e con l'ausilio dell'apparecchio 'pet' in grado di riprodurre immagini diagnostiche, evidenzieranno la presenza o meno della sostanza amiloide nelle cellule nervose.
Questa una delle novità emersa a Pisa nel corso della conferenza internazionale sulle novità in tema di Alzheimer e Parkinson. Nel corso dei lavori si è parlato anche del ruolo, "ancora da definire e soltanto ipotizzato", dell'accumulo di ferro nelle cellule. Una prolungata alimentazione ad esempio di carne rossa, a forte presenza di ferro, "potrebbe rappresentare un meccanismo scatenante". In tema invece di cure, positivo è il futuro dei nuovi anticorpi monoclonali contro l'accumulo di sostanza amiloide e gli inibitori dell'ossidasi. Se i farmaci attuali, in una scala da 1 a 10 presentano un'efficacia di 2, i monoclonali sono a 7 e gli inibitori dell'ossidasi a 4.
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Fonte: interna
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