Il congresso di cardiologia più importante degli Stati Uniti e dunque del mondo si è aperto a New Orleans con la presentazione dello studio JUPITER. Si tratta di uno studio importantissimo e che rappresenterà una pietra miliare per i prossimi studi sulla prevenzione primaria della aterosclerosi coronarica. Lo studio è stato contemporaneamente pubblicato sulla versione on line del New England Journal of Medecine ed è stato effettuato su pazienti apparentemente sani trattati con 20 mg/die di Rosuvastatina ( Crestor, Provisacor, Simestat).
Si tratta di un mega trial randomizzato in doppio ceco con placebo che ha incluso circa 17 mila pazienti in tutto il mondo con normali livelli di colesterolo LDL ma elevati livelli di PCR ( 2mg/L).
Lo studio è stato interrotto a circa 2 anni di follow up quando da una analisi ad interim si è evidenziata una riduzione dell'end point primario con Rosuvastatina del 44% rispetto al placebo. In particolare si è registrata una riduzione del 55% degli infarti non fatali, 48% in meno di stroke non fatali e riduzione del 47% di infarto stroke e morte da cause cardiovascolari. In termini assoluti gli eventi avversi cardiovascolari sono stati 1,6% nel gruppo Rosuvastatina e 2,8% nel gruppo Placebo.
L'effetto del trattamento ha superato le attese degli sperimentatori. E' noto infatti che la riduzione del colesterolo LDL riduca il rischio di avere eventi cardiovascolari ma sappiamo che non basta e che anche la PCR gioca un ruolo importante.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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