Contemporaneamente alla sua pubblicazione su JAMA è stato presentato all'American Heart Association Congress lo studio PHSII ovvero il Physician's Heath Study II . Lo studio ha coinvolto circa 15640 medici americani dal 1997 di età >50 anni che venivano randomizzati al trattamento con supplemento di Vitamia E o Vitamina C o placebo.
Dopo circa 8 anni di follow up si sono verificati circa 1250 eventi cardiovascolari ma non si sono evidenziate differenze nei gruppi di studio. Anzi il trattamento con la Vitamina E era associato ad una maggiore frequenza di ictus emorragico. Lo studio HOPE aveva già evidenziato un aumento dei casi di scompenso cardiaco nei pazienti in trattamento con Vitamina E ma in questa popolazione non si è evidenziato ulteriormente questo fenomeno.
Lo studio va inserito nel contesto Americano dove i supplementi vitaminici sono di grande moda e praticamente ubiquitari. L'immagine positiva generalmente attribuita alla integrazione di vitamine esce pesantemente ridimensionata da questo studio e da altri già precedentemente pubblicati. Il costo di tali trattamenti prolungati potrebbe essere speso meglio suggeriscono gli autori dello studio. Più che la ricerca della integrazione alimentare andrebbe incentivato un modo migliore di nutrirsi. Il consumo di cereali integrali, frutta verdura e la riduzione di zuccheri e sale nella dieta rimangono le migliori strategie nella riduzione degli eventi avversi. Sono in corso altri megatrials con multivitaminici ed altri integratori alimentari come Omega 3 e Vitamina D.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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