Le tecniche di cardiochirurgia mininvasiva, che consentono operazioni al cuore attraverso piccoli tagli, sono sempre più efficaci e sofisticate, oltre ad essere meno traumatiche per i pazienti. Ma si contano sulle dita di una mano i centri che nel nostro Paese le applicano costantemente in alcuni settori, in particolare per il trattamento videoassistito della valvola mitrale. In Italia ma anche in Europa. A dirlo è Ernesto Greco, responsabile della cardiochirurgia del Villa Maria Pia Hospital di Torino, che al 24esimo Congresso della Società Italiana di chirurgia cardiaca (Sicch) - previsto da domani a martedì all'Hotel Cavalieri Hilton nella Capitale - parlerà delle tecniche cardiochirurgiche minimamente invasive videoassistite.
"Oggi le tecnologie mininvasive in cardiochirurgia - spiega Greco - si sono standardizzate. E questo consentirebbe una diffusione, in tutta sicurezza, più ampia. Quello che purtroppo succede, invece, è che sono pochi i centri, sia livello italiano sia europeo, che usano questo tipo di approccio costantemente". Per quanto riguarda le tecniche videoassistite, inoltre, "pochissimi utilizzano sistemi di endoscopia ad alta definizione". In particolare, in Italia per quanto riguarda le operazioni videoassistite alla valvola mitralica "i centri che la applicano in modo corretto ed esclusivo, non applicando cioè altre tecniche in alternativa, sono meno di quattro", spiega l'esperto. La scarsa diffusione di queste operazioni, sicuramente più complesse per il chirurgo, è legata soprattutto alla necessità di "formare adeguatamente i professionisti", investire cioè sui camici 'verdi'.
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