Gli esami in gravidanza 'tradizionali' che fanno più paura alle donne, come ad esempio l'amniocentesi, sono destinati a diminuire molto. Per ora a sostituirli sono test più 'leggeri' e meno invasivi, anche se meno affidabili, in attesa della possibilità di analizzare il Dna del bambino presente nel sangue della mamma.
La tendenza è emersa dal censimento della Società Italiana di Genetica Umana (Sigu) curato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e presentato ieri. Le indagini cromosomiche prenatali sono passate da 136.000 nel 2007 a 129.000 nel 2011, ultimo anno disponibile (-5%); quelle postnatali da 114.000 a 86.000 (-24%). Calano i test sul liquido amniotico da 102.000 a 97.000 (-5%), mentre rimangono costanti altri test invasivi come le indagini su villi coriali (26.000) e sangue cordonale (383), che nei precedenti rilevamenti erano invece in salita. ''Il calo è da attribuire all'affermarsi di altri test, basati sull'ecografia e su un'analisi del sangue - afferma Bruno Dallapiccola, direttore scientifico del Bambino Gesù - anche se la loro affidabilità è minore, e possono sbagliare nel 30% dei casi. In futuro invece probabilmente prenderanno piede le analisi sul Dna del feto che circola nel corpo materno, che già oggi per le aziende che li mettono a punto hanno zero errori''. Secondo il censimento sono invece in forte crescita le analisi del Dna per i pazienti oncologici, mentre in totale i test forniti dagli oltre 500 centri italiani sono stati 580mila.
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Fonte: sigu
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