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Lombardia: Vitali (Sicch), troppa cardiochirurgia in regione

Cardiologia Redazione DottNet | 12/11/2008 16:18

Venti cardiochirurgie, laddove ne basterebbero soltanto 10. In Lombardia i reparti specializzati nell'uso bisturi sul cuore "continuano a essere troppi: l'ideale sarebbe avere una struttura per milione di abitanti". E a conti fatti, in un territorio che ospita 9 milioni di cittadini, "su 20 reparti attivi, la metà sarebbe sufficiente". Ettore Vitali, presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch), conferma il 'surplus' di cardiochirurgie in Lombardia e rilancia l'appello a ripensarne i numeri. Specie in un'ottica come quella attuale, in cui razionalizzare risorse contro ogni possibile 'sacca' di spreco dovrebbe essere un imperativo anche in Sanità.

"In regione - spiega l'esperto ai giornalisti, a Milano a margine della presentazione del 24esimo Congresso nazionale Sicch, in programma all'Hotel Cavalieri Hilton di Roma dall'8 all'11 novembre - possiamo stimare 20 mila interventi cardiochirurgici ogni anno. E questo fabbisogno potrebbe essere soddisfatto anche da 10 cardiochirurgie", assicura lo specialista, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell'Istituto clinico Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Anche perché "oggi ci sono reparti che fanno quasi fatica a trovare pazienti", complice la riduzione dei viaggi della speranza e quindi "l''importazione' di malati da fuori Lombardia".

In Italia, aggiunge Vitali, "esistono due impostazioni: il modello di Regioni come Emilia-Romagna e Toscana, che pianificano, e quello più 'liberale' di altre Regioni come la Lombardia". Secondo il numero uno della Sicch, saranno i fatti a dare torto oppure ragione all'una o all'altra 'politica'. "Personalmente sono convinto che presto tenere aperti determinati reparti non sarà più remunerativo", conclude Vitali.

 

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