Venti cardiochirurgie, laddove ne basterebbero soltanto 10. In Lombardia i reparti specializzati nell'uso bisturi sul cuore "continuano a essere troppi: l'ideale sarebbe avere una struttura per milione di abitanti". E a conti fatti, in un territorio che ospita 9 milioni di cittadini, "su 20 reparti attivi, la metà sarebbe sufficiente". Ettore Vitali, presidente della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch), conferma il 'surplus' di cardiochirurgie in Lombardia e rilancia l'appello a ripensarne i numeri. Specie in un'ottica come quella attuale, in cui razionalizzare risorse contro ogni possibile 'sacca' di spreco dovrebbe essere un imperativo anche in Sanità.
"In regione - spiega l'esperto ai giornalisti, a Milano a margine della presentazione del 24esimo Congresso nazionale Sicch, in programma all'Hotel Cavalieri Hilton di Roma dall'8 all'11 novembre - possiamo stimare 20 mila interventi cardiochirurgici ogni anno. E questo fabbisogno potrebbe essere soddisfatto anche da 10 cardiochirurgie", assicura lo specialista, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell'Istituto clinico Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Anche perché "oggi ci sono reparti che fanno quasi fatica a trovare pazienti", complice la riduzione dei viaggi della speranza e quindi "l''importazione' di malati da fuori Lombardia".
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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