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Di Filippo: "Bloccheremo il melanoma"

Dermatologia Redazione DottNet | 13/11/2008 15:59

La pelle ha la memoria lunga. Ci racconta del sole preso senza creme protettive, delle ustioni causate da un'esposizione prolungata e nelle ore centrali del giorno, ci ricorda la nostra storia familiare. La pelle può diventare una mappa della vita, una carta geografica che, a volte, cambia confine ai suoi paesi.

 E' il caso del melanoma, un tumore maligno della cute che si sviluppa a partire dai melanociti, cellule ubiquitarie, presenti però prevalentemente sulla pelle. Al 14° congresso dell'Intergruppo melanoma italiano, il Presidente Franco Di Filippo snocciola i dati chiave: ''in Italia ogni anno ci sono 7/8mila casi. Una patologia considerata rara, ma che sta crescendo: nella fascia d'età sotto i 45 anni, è al quarto posto di incidenza tra le neoplasie''. Ad evitare che a tale incremento corrisponda un aumento della mortalità, tecniche di indagine come la dermatoscopia e l'epiluminescenza, determinanti nella diagnosi precoce. Metodi che hanno portato all'85% la sopravvivenza a cinque anni. Ma è nella genetica il futuro della ricerca contro il cancro della pelle: ''stiamo lavorando sulla caratterizzazione genica dei melanomi mediante un'analisi di microarrey: valuteremo il patrimonio genico del singolo paziente e divideremo i casi non più secondo criteri macroscopici, ma molecolari, individuando inoltre gruppi di pazienti che rispondono a determinate terapie - annuncia il chirurgo oncologo - siamo in fase di sperimentazione, ma entro 10 anni saremo in grado di individuare terapie mirate e bloccare i geni responsabili del processo di iniziazione e sviluppo del melanoma''.

I fattori genetici sono tanto importanti da classificare alcuni melanomi come familiari: in tali casi le visite di controllo possono diventare due o tre l'anno, rispetto all'una normalmente consigliata. Fondamentale, per la prevenzione della patologia, resta comunque lo stile di vita che, da uno screening nelle scuole elementari romane, effettuato dall'Istituto dei Tumori di Roma, evidenzia una larga sottovalutazione dei danni da esposizione solare non protetta.

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''La regola per medici e pazienti, per controllare i nei, è quella dell'ABCDE - ricorda Di Filippo - ovvero Asimmetria, Border (margini), Colore omogeneo, Dimensioni (non maggiore di 6 mm) ed Evoluzione (modificazioni nel tempo). Il sanguinamento va sempre segnalato al medico, soprattutto se spontaneo, ma anche se conseguenza di trauma''. La terapia, attualmente, è esclusivamente chirurgica ed è supportata da precise linee guida internazionali. Dal 1992 esiste inoltre la tecnica del linfonodo sentinella, utile ad individuare con certezza eventuali metastasi, evitando al 70% dei pazienti un inutile svuotamento linfonodale. ''Una novità nel trattamento del melanoma è l'elettrochemioterapia, importante per trattare recidive o metastasi cutanee, mentre un'altra terapia innovativa è la perfusione ipertermica antiblastica isolata dell'arto, che permette di escluderlo dalla circolazione sistemica e di iniettare alte dosi di farmaci neoplastici. In tal modo- conclude il Direttore della Chirugia generale 'A' dell'Istituto Regina Elena di Roma - si incrementa la risposta dal 50 al 70%. Infine una strada importante è il trattamento dei pazienti con i vaccini: si usano bersagli, antigeni che sono solo sulla cellula tumorale e vengono combattuti con anticorpi specifici per questi antigeni. E' una terapia specifica, ma è ancora in via di sperimentazione''.

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