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Pillola cinque giorni, disponibile nel 20 per cento dei consultori

Ginecologia Redazione DottNet | 26/10/2013 09:42

In quasi quattro consultori italiani su cinque non vengono forniti gli stick per i test di gravidanza necessari per la prescrizione della contraccezione d'emergenza, quale è la cosiddetta 'pillola dei 5 giorni dopo'. Emerge da una ricerca di Datanalysis realizzata in 200 consultori e 100 pronto soccorso-DEA presenti su tutto il territorio nazionale.

 Nel Sud la situazione peggiora: poco più di un consultorio su 10 può disporre dei test (15,4%), che la legge prevede debba essere negativo ai fini della prescrizione della pillola dei 5 giorni dopo. Il quadro diventa ancora più critico nei pronto soccorso: nell'81% dei casi non ci sono gli stick sulle urine e sono pochissimi (l'11%) i pronto soccorso in grado di effettuare test di gravidanza rapidi.  La ricerca conclude che il test obbligatorio e la sua carenza negli istituti pubblici deputati alla prescrizione della contraccezione d' emergenza ''ostacolano, e in molti casi negano, di fatto, la possibilità di accesso a un farmaco più efficace che, se assunto nelle prime 24 ore dal rapporto sessuale, riduce di due terzi il rischio di gravidanza indesiderata''.  L'Italia è l'unico Paese, tra i 61 nel mondo dove è stata autorizzata la vendita della nuova pillola per la contraccezione d'emergenza - fa notare la ricerca - sottoposto all'obbligo 'della presa visione del medico di un test di gravidanza negativo prima della prescrizione'. Inoltre, a causa della presenza di obiettori, 5 consultori su 10 e 6 pronto soccorso su 10 non prescrivono la contraccezione d'emergenza.

 ''La contraccezione d'emergenza - dice Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da - è un presidio di prevenzione validato ma emerge come l'equità di accesso e il diritto alla miglior cura disponibile sia fortemente messo in discussione''. Merzagora nota inoltre che la contraccezione d'emergenza è l'ultimo baluardo per scongiurare il rischio di dover ricorrere all'aborto.  ''Da ginecologa questi dati mi sconcertano'', afferma Rossella Nappi (Università di Pavia), che non comprende una restrizione come l'esecuzione obbligatoria di un test di gravidanza, ''non inserita fra le caratteristiche di prodotto né dall'Agenzia del farmaco europea (l'Ema) né da quella statunitense (l'Fda)''.  Ma ''i diritti delle donne sono troppo spesso negati - afferma Daniela Colombo, presidente di Aidos (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo) - Per questo, auspichiamo che gli organismi regolatori nazionali correggano presto l'anomalia del test obbligatorio, uniformando i criteri al resto d'Europa''.

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Fonte: onda, datanalysis

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