Da tre mesi l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare, l'Efsa, ha iniziato le valutazioni sui prodotti alimentari che, nelle etichette, promettono benefici per la salute dei bambini, o miglioramenti in relazione ad alcune patologie.
Il bilancio è decisamente negativo: sette «bocciature» e un solo giudizio positivo prima dell'estate e adesso una nuova serie di «no». I nuovi dossier presentati per provare le proprietà vantate dai prodotti ed esaminati dal-l'Efsa sono stati 14, ma solo 3 sono stati ritenuti validi. Negli armadi ci sono ancora 193 fascicoli inviati dalle imprese per supportare la validità degli slogan salutistici. Difficile dire se saranno giudicati soltanto «illusioni». Gli ultimi pareri negativi dell'Efsa riguardano soprattutto integratori alimentari che promettono il «miglioramento della memoria», l'«incremento della vista», la «riduzione della rigidità arteriosa».
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
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