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Parkinson: dieta mediterranea ritarda insorgenza malattia

Nutrizione Redazione DottNet | 17/11/2008 11:29

Dieta mediterranea per portare avanti le lancette dell'orologio, e ritardare l'insorgenza del Parkinson nelle persone predisposte alla malattia. Verdure, ortaggi, cereali e legumi a tavola, dunque, per contrastare e proteggersi da una patologia che conta ben 280 mila malati solo in Italia, di cui uno su 4 non ha ancora spento le 50 candeline sulla torta. A promuovere lo stile mediterraneo, bacchettando chi si lascia attrarre da menu occidentali all'insegna di proteine e junk food, è Carlo Cannella, docente di Scienza dell'alimentazione all'università Sapienza di Roma e presidente dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran).

E a prova dei benefici, a livello neurologico, della più tradizionale delle diete, "il fatto in che alcune Regione della Penisola dove si è più fedeli al mangiare mediterraneo l'incidenza della malattia è minore", spiega Cannella a margine di un convegno in corso a Roma sul tema. Mentre i menu occidentali, dove trionfano proteine e grassi,"bruciano i tempi sulla tabella di marcia della malattia". A chi è invece già costretto a fare i conti con il Parkinson, il nutrizionista raccomanda di "evitare di mangiare proteine a ridosso dell'orario in cui occorre assumere i farmaci.

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La levodopa, medicinale in uso per questa malattia - spiega infatti Cannella - viene assorbito con gli aminoacidi, ovvero le stesse molecole deputate ad assorbire proteine. Di conseguenza - riflette - se riduciamo i tempi tra l'assunzione del farmaco e un pasto all'insegna della carne, rallentiamo inevitabilmente l'assorbimento del medicinale da parte dell'organismo".
 

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