I fumatori ultra 65enni che smettono di fumare possono ridurre il rischio di morte per patologie cardiovascolari e riportarlo allo stesso livello dei non fumatori prima di quanto si creda. Se le ricerche hanno dimostrato fino ad oggi che ci vogliono almeno 15 anni di astinenza per ridurre il rischio, ora si scopre che potrebbe bastare molto meno, in media 8 anni.
Lo sostengono i cardiologi della American heart association, riuniti oggi a Dallas per il congresso nazionale. Uno studio condotto alla Birmingham school of medicine dell’ University of Alabama su 853 ex fumatori e 2.550 non fumatori dimostra che le persone anziane ultra 65enni che fumavano meno di 32 pacchetti all’anno, circa 3 al mese, da non più di 10 anni oppure meno di 1 pacchetto al giorno da 30 anni e hanno smesso da meno di 15 anni, hanno ridotto notevolmente il rischio di morire per infarto, insufficienza cardiaca e ictus. In media in 8 anni sono tornati allo stesso livello di rischio dei non fumatori. Gli ex fumatori restano invece comunque ad alto rischio di morire per cause non cardiovascolari, come cancro, broncopneumopatia cronica ostruttiva ed enfisema e chi continua a fuma più di 32 pacchetti all'anno rischia di morire anche per molte altre patologie, ricorda Ali Hamed, autore dell’indagine presentata a Dallas.
Fonte: Birmingham school of medicine dell’ University of Alabama
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