Uomo, di mezza età e generalmente sano, fatta eccezione per la patologia per cui il farmaco o il dispositivo medico viene testato. Il profilo del partecipante agli studi clinici è quasi sempre lo stesso, ed esclude le figure considerate più deboli dalle donne agli anziani, ma anche i bambini. Se il fenomeno è noto per le medicine, ha scoperto uno studio della Harvard Medical School pubblicato dalla rivista Pediatrics, vale anche per i dispositivi medici.
I ricercatori hanno analizzato 25 diversi dispositivi già approvati per l'uso pediatrico appartenenti alla cosiddetta 'classe di rischio 3', che comprende dagli stent alle valvole artificiali per il cuore ai test per l'Hiv, e ne hanno esaminato i test clinici. In 11 casi i 'device' non erano stati testati in pazienti sotto i 21 anni, mentre solo per quattro la sperimentazione era stata effettuata per pazienti sotto i 18 anni. Negli altri casi o non c'è stata sperimentazione o si è avuta una approvazione 'condizionata' a futuri test sui bimbi ancora non terminati. A differenza degli adulti, sottolinea l'articolo, i bambini continuano a crescere dopo gli interventi, e quindi dispositivi impiantabili devono dimostrare di essere sicuri nel tempo. ''I bambini non sono semplicemente 'piccoli adulti' - scrivono gli autori - e un dispositivo considerato sicuro ed efficace negli adulti potrebbe avere profili diversi in una popolazione pediatrica''. La situazione non migliora, spiegano anche gli esperti italiani, se dai dispositivi medici si passa ai farmaci.
fonte: sip
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