Ottantatré dirigenti medici sono stati segnalati in tutta Italia dalla Guardia di Finanza per violazioni alle norme che disciplinano l'attività intramoenia, con un danno erariale di 6 milioni di euro. Quarantotto di loro dovranno anche rispondere di truffa aggravata e peculato per aver trattenuto illecitamente compensi spettanti alle aziende sanitarie di appartenenza.
L' attività sanitaria intramoenia consente di norma ai dirigenti medici, che ricevono un emolumento per avere un rapporto di esclusiva con le Asl di appartenenza, di esercitare attività libero-professionale a pagamento al di fuori dell'orario di lavoro usufruendo dei macchinari e delle strutture sanitarie pubbliche previa autorizzazione dell'azienda sanitaria che, in cambio, percepisce una quota dei compensi corrisposti dagli utenti.
Le indagini: "I comportamenti censurati - spiegano gli investigatori - sono stati realizzati per lo più attraverso il mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici pubblici, autorizzati alla pratica di attività libero-professionale intramoenia, e l'indebito introito di somme che dovevano essere versate nelle casse della struttura sanitaria pubblica". I maggiori picchi di irregolarità sono stati riscontrati in sei regioni: Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Campania e Lombardia. In particolare, nel Lazio è stato accertato un danno erariale pari a 1.379.746 euro, con 14 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Puglia, danno erariale di 942.048 euro e 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 6 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Calabria, danno erariale di 593.959 euro e 2 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui uno denunciato anche alla magistratura ordinaria; in Toscana, danno erariale di 514.462 euro e 6 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 4 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Campania, danno erariale di 443.098 euro e 7 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 3 denunciati anche alla magistratura ordinaria; in Lombardia, danno erariale di 433.975 euro e 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria.
Il commento della Cgil: "Il rischio per il medico, oltre a una probabile sospensione dal servizio, è di dover restituire l’indennità percepita indebitamente, ma c’è anche il rischio di vedersi togliere gli incarichi maturati, come l’eventuale responsabilità di struttura semplice o complessa e relativa indennità – ha speigato Nicola Preiti, responsabile della medicina convenzionata di Fp Cgil Medici -. Ma il vero vulnus al servizio e al significato stesso dell’intramoenia lo vedo nelle truffe al Ssn. Da sempre il nostro sindacato è l’unico contrario all’intramoenia allargata. La libera professione intramuraria nasce all’insegna della trasparenza e a garanzia della prestazione nelle strutture Ssn: è un istituto che dà opportunità al cittadino, non gliele toglie. La prestazione intramoenia secondo noi andrebbe prenotata – e il ticket pagato – al Centro unico di prenotazione dell’ospedale. Oggi invece dopo vari rinvii l’intramoenia allargata è stata oggetto di una proroga finale contenuta nella legge Balduzzi 189/2012: le regioni possono lasciare ai medici dipendenti un’attività residuale fuori delle mura ospedaliere, in cambio della tracciatura delle prestazioni libero professionali con rete informatica ad hoc; rete che, ribadiamo noi, non è da sola sufficiente a sconfiggere forme di evasione. Male sarebbe comunque mettere l’istituto dell’intramoenia in discussione per questi fatti, pur ingiustificabili”.
fonte: ansa
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