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Sclerosi multipla, fingolimod rallenta sintomi e progressione

Neurologia Redazione DottNet | 10/09/2014 13:21

Per i circa 2,3 milioni di persone affette da Sclerosi multipla (Sm) nel mondo, l'impatto peggiore della malattia è rappresentato dalla perdita progressiva dei movimenti e della memoria. Una molecola che agisce sul cervello, proteggendolo, si è però dimostrata in grado di rallentare i sintomi e la progressione della disabilità nei pazienti. E' questo il meccanismo d'azione della molecola fingolimod: ad oggi sono oltre 100.000 i malati nel mondo trattati con questo farmaco, i cui nuovi dati di efficacia sono stati presentati a Boston al Congresso mondiale sulla Sm.


I nuovi studi hanno dimostrato che il farmaco fa diminuire significativamente la perdita di volume del cervello nei pazienti, riducendo così nel lungo termine la progressione della disabilità nella Sm. Normalmente, spiegano gli esperti, il cervello si restringe con l'età in ogni individuo. Tuttavia, nelle persone con Sm, tale restringimento avviene con una velocità di 3-5 volte superiore. La perdita di volume cerebrale, inoltre, nella Sm inizia molto presto, anche prima che i sintomi si manifestino, ed è associata con una perdita di funzioni fisiche (movimenti) e cognitive (memoria).

Ma le nuove evidenze sono positive: il farmaco (terapia orale) ha infatti un impatto sul decorso della Sm di tipo remittente - la forma più diffusa - con un'alta efficacia rispetto ai quattro parametri chiave normalmente utilizzati per 'misurare' il livello di attività della malattia, ovvero ricadute, lesioni rilevate dalla risonanza magnetica, perdita di volume cerebrale e progressione della disabilità. La molecola, in particolare, agisce in maniera duplice: impedisce alle cellule che causano infiammazioni localizzate di raggiungere il cervello e, allo stesso tempo, penetra nel sistema nervoso centrale riducendo il danno già diffuso.

Le nuove analisi effettuate, chiariscono i neurologi, dimostrano che i pazienti trattati continuativamente con il farmaco per 6 anni hanno un tasso costantemente basso di perdita di volume cerebrale. I dati dello studio Longterms, illustrati al Congresso, evidenziano infatti che il tasso di perdita di volume cerebrale nei pazienti trattati è rimasto stabile durante 6 anni di osservazione con valori da 0,33% a 0,46%: un valore vicino a quello delle persone sane, mentre nei malati di Sm è tra 0,5% e 1,35% ogni anno. ''I dati presentati - sottolinea Vasant Narasimhan, Global head development dell'azienda farmaceutica produttrice Novartis - sono rassicuranti, considerando la natura cronica della patologia''. Attualmente inoltre, ha spiegato la responsabile Sviluppo clinico Europa di Novartis, Paola Castellani, ''la molecola è in sperimentazione anche nella forma di Sm primariamente progressiva e nella Sm pediatrica. In sviluppo ci sono poi nuove molecole, come siponimod - ha concluso - concepita per divenire la prima terapia orale per la Sm secondariamente progressiva, e stiamo anche esplorando la linea di ricerca relativa ad un'altra nuova molecola, Il17, che ha un ruolo chiave nella Sm''.

 

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fonte: ansa

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