L’associazione tra malattie somatiche e depressione è particolarmente frequente, infatti quest’ultima produce diversi effetti maladattativi nei confronti di altre patologie.
Il Prof. Delle Chiaie, autore dello studio, ha dimostrato che la terapia farmacologica della depressione in pazienti con malattie somatiche dovrebbe tener conto della particolare fragilità di questi soggetti. Nel corso di una malattia fisica, soprattutto se di tipo cronico, si verifica infatti la liberazione nel torrente circolatorio di una serie di mediatori immunitari, le inter-leuchine e le citochine, le quali sono in grado di esercitare un’azione diretta sui circuiti cerebrali che controllano il tono dell’umore, modulandone l’attività.
Dai dati dello studio è emerso che, parallelamente alla capacità delle malattie internistiche di facilitare l’insorgenza di un episodio depressivo, una volta insorto, quest’ultimo ha a sua volta la capacità di aggravare in modo significativo il decorso del disturbo somatico.
Di particolare rilevanza, sia per gli elevati tassi di prevalenza, sia per importanti ripercussioni sul decorso della malattia, si sono rivelate le comorbidità depressive nei pazienti con malattie cardiovascolari.
Se l’argomento ti interessa, approfondisci leggendo l’articolo intitolato: Trattamento farmacologico della depressione in comorbidità nelle malattie internistiche
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