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Impianto di stent coronarico: due farmaci antiaggreganti piastrinici

Cardiologia Medical Information Dottnet | 19/11/2014 18:01

Ogni anno milioni di persone vengono sottoposte ad angioplastica coronarica con impianto di stent, che rispetto all'angioplastica convenzionale (PTCA), riduce l'incidenza di restenosi a 6 mesi.

Tale intervento presenta un  rischio maggiore determinato dall'impianto di un corpo estraneo in un'arteria coronaria: quello della trombosi dello stent. Per evitare che tutto questo determini un infarto e anche la morte del paziente, è necessaria una terapia appropriata ed aggressiva con dei farmaci che interferiscano con l’aggregazione delle piastrine.

Un recente studio condotto dalla Dott.ssa Laura Mauri ha mostrato che, rispetto a un trattamento monoterapico con aspirina, la terapia con due farmaci antiaggreganti per un periodo superiore a un anno, successivamente all'impianto di stent coronarico a rilascio di farmaco, ha ridotto in maniera significativa il rischio di trombosi dovuta allo stent e quello di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari avversi gravi, oltre a non essere associata a un incremento del rischio di sanguinamento.

Sebbene non siano stati ancora chiariti quali siano i benefici e i rischi derivanti da una duplice terapia con farmaci antiaggreganti piastrinici per un periodo superiore a un anno, questo trattamento viene raccomandato a seguito di impianto di stent coronarico al fine di prevenire l'insorgenza di complicazioni trombotiche.

Per approfondire lo studio leggi: Twelve or 30 Months of Dual Antiplatelet Therapy after Drug-Eluting Stents

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