Una combinazione è più efficace nel carcinoma ovarico platino-sensibile ricorrente rispetto al solo olaparib.
Uno studio multicentrico di fase II ha dimostrato che la combinazione di olaparib, un inibitore PARP, e cediranib, un farmaco anti-angiogeneso, è più efficace nel carcinoma ovarico platino-sensibile ricorrente rispetto al solo olaparib.
Lo studio ha coinvolto 90 donne con un carcinoma ovarico correlato a mutazioni dei geni BRCA o sieroso di alto grado, platino-sensibile e recidivato. Le partecipanti sono state trattate in rapporto 1:1 con olaparib 400 mg due volte al giorno più cediranib 30 mg/die oppure con il solo olaparib. Quarantotto pazienti erano portatrici di mutazioni dei geni BRCA.
Per quanto riguarda l’incidenza di tossicità di grado 3/4 è risultata più alta nel gruppo trattato con la combinazione rispetto a quello trattato con il solo olaparib (70% contro 7%), così come la stanchezza (27% contro 7%), la diarrea (23% contro 0%) e l'ipertensione (39% contro 0%).
In conclusione la combinazione dei due farmaci ha significativamente esteso la PFS, così come anche le percentuali di pazienti che hanno mostrato una riduzione del tumore sono risultate nettamente superiori nel gruppo trattato con la combinazione dei due farmaci rispetto a quello trattato con il solo PARP-inibitore olaparib (80% contro 48%).
J. Liu, et al. A randomized phase 2 trial comparing efficacy of the combination of the PARP inhibitor olaparib and the antiangiogenic cediranib against olaparib alone in recurrent platinum-sensitive ovarian cancer. ASCO 2014.
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