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I Tiazolidinedioni aumentano il rischio di fratture nei diabetici

Diabetologia Redazione DottNet | 10/12/2008 12:03

Un gruppo di farmaci comunemente usati per trattare il diabete può raddoppiare il rischio di fratture ossee nelle donne. Si tratta dei tiazolidinedioni usati per trattare il diabete di tipo 2.

E' quanto emerge da uno studio della University of East Anglia e della Wake Forest University. L'uso prolungato, per più di un anno di questi farmaci, secondo la ricerca pubblicata sul Medical Association Journal, riduce significativamente la densità ossea, raddoppiando il rischio di fratture nelle donne, mentre gli stessi risultati non sono stati riscontrati negli uomini. ''Sapevamo che esiste un'associazione tra tiazolidinedioni e rischio di frattura, tuttavia l'entità del rischio non era stata valutata - ha detto Sonal Singh co-autore dello studio - il nostro studio dimostra chiaramente che questi agenti causano l'aumento del rischio di fratture ossee nelle donne di due volte''.

La proporzione, secondo Singh si può sintetizzare così: nelle donne in menopausa, di circa 70 anni, dopo un anno di assunzione dei farmaci si verifica una frattura ogni 21 donne. Tra le più giovani, di circa 56 anni, la frequenza che si verifichi una frattura è di una ogni 55 donne.

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Lo studio, durato circa un anno, ha analizzato dieci studi preesistenti, per un totale di circa 14 mila partecipanti. Non sono chiari i motivi per i quali questi effetti si verificano solo sulle donne, mentre sulla causa dell'aumento del rischio di fratture, i ricercatori avanzano l'ipotesi che sia dovuta ad una sostituzione delle cellule del midollo osseo con cellule adipose. Studi precedenti hanno rilevato effetti sull'apparato cardiovascolare derivanti da questa classe di farmaci. A giugno del 2007, uno studio ha messo in evidenza l'aumento del rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti con diabete di tipo 2 e l'aumento di attacchi cardiaci. Alla luce di questi dati, i ricercatori chiedono che venga rivista l'effettiva utilità nel prescrivere tiazolidinedioni, ''che deve essere bilanciata con i suoi significativi effetti a lungo termine sul tessuto osseo e sul sistema cardiovascolare''.

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