Il sogno di un pancreas artificiale, di un dispositivo cioè che sia in grado di regolare i livelli del glucosio nel sangue nei pazienti diabetici, dopo decenni di studi è molto vicino alla realtà. Un passo ulteriore verso questa meta, agognata da oltre 250 milioni di pazienti in tutto il mondo, è un infusore 'smart' in grado di prevedere le crisi ipoglicemiche, molto diffuse tra i malati soprattutto più giovani. Il microinfusore, presentato nel corso della conferenza Diabete: l'era della tecnologia intelligente' oggi a Roma, sarà nelle diabetologie italiane la prossima settimana.
Il microinfusore unisce un monitoraggio continuo dei livelli del glucosio con una pompa che eroga l'insulina. A differenza dei dispositivi attuali, che bloccano l'infusione quando ormai la glicemia è troppo bassa, questo ha un algoritmo che riesce a prevedere sulla base dei dati quando si rischia una crisi, e a far agire la pompa di conseguenza. ''E' un sistema molto promettente'', ha spiegato Riccardo Schiaffini, diabetologo pediatra dell'ospedale Bambino Gesù di Roma. ''Almeno il 50% dei pazienti con diabete di tipo 1 - ha aggiunto - ha una ipoglicemia notturna, e ogni paziente ha almeno una ipoglicemia grave a settimana''. Più di 3 milioni di italiani, il 4,9% della popolazione assistita dal Servizio Sanitario Nazionale, soffre di diabete.
In Italia il diabete di tipo 1, quello che generalmente si manifesta in età giovanile, colpisce circa 250mila persone, e più di 25mila sono i pazienti pediatrici. ''Negli ultimi anni - spiega Schiaffini - stiamo assistendo ad un incremento di casi di diabete di tipo 1 nei bambini fino ai 4 anni, con un ritmo annuo di circa il 3%''.
In nuove linee guida pubblicate a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda una riduzione del consumo giornaliero di zuccheri per adulti e bambini a meno del 10% del consumo energetico totale (calorie) e afferma che un'ulteriore riduzione al di sotto del 5% (pari a circa 25 grammi o 6 cucchiaini al giorno) potrebbe fornire benefici per la salute. In concreto, "per un Paese come l'Italia dove in questo momento c'è una raccomandazione che fissa la soglia per gli zuccheri al 15%, si apre adesso una discussione sull'opportunità di abbassare questo livello dal 15 al 10% almeno. E quindi di mettere in atto quelle politiche che possono determinare nella popolazione questa riduzione. Sarebbe un grande passo avanti", ha detto Francesco Branca, Direttore del Dipartimento dell'Oms Nutrizione per la Salute e lo Sviluppo. "Abbiamo prove concrete che mantenere l'assunzione di zuccheri a meno del 10% del consumo totale di energia riduce il rischio di sovrappeso, obesità e carie", ha spiegato Branca in una conferenza stampa.
Favorire la riduzione di zuccheri è quindi necessario "se i paesi vogliono rispettare gli impegni di ridurre l'impatto delle malattie non trasmissibili". Le raccomandazioni dell'Oms riguardano gli zuccheri liberi monossaccaridi (come il glucosio, fruttosio) e disaccaridi (come saccarosio o zucchero da tavola) aggiunti ad alimenti e bevande da parte del produttore, il 'cuoco' o dal consumatore, ma anche gli zuccheri naturalmente presenti nel miele, sciroppi, succhi di frutta e succhi di frutta concentrati, spiega l'Oms. Sono esclusi invece gli zuccheri presenti nella frutta e la verdura fresca o nel latte. Ma gran parte degli zuccheri consumati oggi sono "nascosti" in alimenti trasformati. Ad esempio - spiega l'Oms - un cucchiaio di ketchup contiene circa 4 gr di zuccheri e in una sola lattina di soda vi possono essere fino a 40 gr (ovvero 10 cucchiaini) di zuccheri.
Rispetto al 2002, quando l'Oms aveva formulato le prime raccomandazioni sul consumo di zuccheri, vi è una prima differenza nella raccomandazione del 10% "che diventa individuale per ciascuno di noi" e non per la popolazione nel suo insieme. "La seconda differenza - ha detto Branca - è che abbiamo una nuova raccomandazione di ridurre il consumo dal 10 al 5 %. Quest'ultima è una raccomandazione che chiamiamo conditional e che quindi deve essere considerata dai governi e dagli individui in modo diverso perché i dati scientifici a favore di tale soglia non sono gli stessi di quelli disponibili per la raccomandazione del 10%. Bisogna pero' dire che da un punto di vista della salute, esiste un beneficio aggiuntivo nel ridurre ulteriormente al di sotto del 5%, ha aggiunto.
Secondo i dati resi noti dall'Oms in Europa, l'assunzione di zuccheri varia dal 7-8% del consumo totale di calorie in paesi come l'Ungheria e la Norvegia, al 16-17% in paesi come la Spagna e il Regno Unito. Tra i bambini il consumo di zucchero è piu' alto e raggiunge quasi il 25% in Portogallo. Le nuove raccomandazioni giungono al termine di una vasta consultazione pubblica di tutti i soggetti interessati.
fonte: ansa
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