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Sclerosi multipla, Aifa approva nuovo farmaco in fascia A

Neurologia Redazione DottNet | 10/03/2015 15:15

Arriva anche in Italia una nuova arma contro la Sclerosi Multipla Recidivante Remittente, che colpisce l'80-90% dei pazienti con questa malattia: l'Aifa ha recentemente approvato la rimborsabilità in classe A della nuova terapia orale a base di dimetilfumarato.

''Numerosi dati clinici hanno dimostrato l'efficacia del trattamento orale con dimetilfumarato nel ridurre la frequenza delle recidive e la progressione della disabilità, due risultati importanti che hanno un impatto notevole sulla storia di malattia e sulla qualità di vita dei pazienti'', spiega Giancarlo Comi, Direttore dell'Istituto di Neurologia Sperimentale dell'Ospedale San Raffaele di Milano, secondo cui ''un aspetto innovativo è, oltre all'efficacia, il buon profilo di sicurezza e tollerabilità del nuovo farmaco''.  La sclerosi multipla - con cui convivono oltre 70 mila italiani, con 2000 nuovi casi ogni anno e un'incidenza tra le donne pari a due volte e mezza quella tra gli uomini - comporta un'alterazione della guaina mielinica che compromette la capacità delle fibre nervose di condurre gli impulsi elettrici che regolano le varie funzioni dell'organismo.



''Le lesioni della guaina mielinica hanno un'iniziale natura infiammatoria - dice Carlo Pozzilli, Ordinario di Neurologia all' Università La Sapienza di Roma - che può evolvere in una fase cronica con perdita di tessuto nervoso e danno irreversibile.

Ma si ritiene che il dimetilfumarato sia in grado di attivare un particolare meccanismo di difesa dell'organismo che permette di contrastare l'infiammazione e lo stress ossidativo causato dalla malattia''.  Proprio per la sua azione contro l'infiammazione, che è alla base di molte altre malattie, secondo Comi questa molecola potrebbe riservare sorprese future, tanto che sono già in corso studi sulla sua utilità nel caso di malattie neurodegenerative, ma anche per l'ictus e malattie gastrointestinali croniche''.  Il farmaco - già approvato negli Usa, Canada e Australia, oltre che a gennaio 2014 nell'Unione Europea - è già stato sperimentato da oltre 135.000 persone. Si attende ora il suo inserimento nei prontuari terapeutici regionali, che consentirà la sua effettiva disponibilità nei Centri Italiani.

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fonte: aifa

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