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Dall'Espresso: men a prova di allergia

Nutrizione Redazione DottNet | 12/12/2008 17:15

Il cibo è la mia passione, sono una vera foodie. Scelgo gli ingredienti migliori che posso permettermi e cucino piatti gustosi. Vivendo a New York, posso gustare le migliori specialità di qualsiasi paese: mi piace mangiare bene e uscire a cena ogni volta che posso... Non fosse che per un particolare: Sloane Miller, psicologa newyorkese, 36 anni, è allergica o intollerante a diversi alimenti: latte e frumento e poi noci, salmone e alcuni frutti. Anzi è l'Allergic Girl per eccellenza: con questo nome ha trasformato un problema in una sfida, creando un network, l'Allergic Girl Resources Inc, che si occupa dei problemi di chi come lei è allergico a uno o più alimenti.

 

Con un blog: 'Please dont'pass the nuts?' (https://allergicgirl.blogspot. com) in ricordo della prima reazione allergica seria: un edema dovuto alle noci, all'età di due anni. Nel blog, Sloane, che lavora anche come Allergy coach per chi ha i suoi stessi problemi, racconta la sua vita e i suoi sforzi per mantenere una vita sociale decente, convincendo i ristoratori a comprendere le esigenze di un soggetto poliallergico.

"Non è facile amare il cibo quando sai che alcuni alimenti ti fanno male. Ma è una lotta che vale la pena di portare avanti. Mi piace estendere la mia safe zone, aumentare il numero di esperienze che posso fare senza pericolo in una città come New York", dice: "Sono cresciuta sapendo che ci sono cibi pericolosi per me.

Per fortuna le prime allergie che si sono manifestate erano molto specifiche". Noci e salmone compaiono di rado nel menù di un bambino americano, a differenza dell'onnipresente burro di noccioline, che pure provoca serie allergie ma a Sloane non fa male. "Infatti le arachidi non sono frutta oleosa come le noci, ma legumi", spiega: "Non ho avuto con la mensa scolastica i problemi che hanno i bambini allergici ad alimenti che si trovano un po' in tutti i cibi come latte uova o frumento". Ma col passare del tempo nutrirsi è diventato sempre più complicato: si sono manifestate intolleranze a soia, latticini e frumento, zucchero bianco, oltre a eczemi e asma.

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"Le melanzane per esempio mi fanno pizzicare le labbra e la gola, e così alcune varietà di melone, certi frutti tropicali, la citronella o lemongrass e in alcuni periodi dell'anno le mele e in generale i frutti col nocciolo: niente di grave, ma la sensazione è così sgradevole che tendo a evitarli", racconta. In queste condizioni preparare un pasto diventa una corsa a ostacoli, per non parlare di un incontro conviviale o un pic nic.

La maggior parte degli allergici reagisce all'alimento che non tollera con rash cutanei e disturbi digestivi, ma ci sono soggetti per cui consumare glutine, noci, pesce o determinati vegetali, e persino cibi che sono venuti in contatto con questi alimenti durante la preparazione, la cosiddetta contaminazione incrociata, vuol dire rischiare lo shock anafilattico e la morte. In qualche caso può essere pericoloso anche baciare chi ne ha consumato un po'. "Se consideriamo lo spettro delle allergie alimentari serie, non sono messa poi così male, soprattutto ora che sono cresciuta e i miei disturbi si sono attenuati", commenta Sloane. Che però non si separa mai dalla penna per l'iniezione salvavita di adrenalina, e porta un bracciale Medic Alert che specifica le sue allergie, "per evitare rischi se avessi una reazione tanto forte da non essere in grado di comunicare".

"Per chi non soffre di allergie tutto questo suona strano, una delle cose che mi sento chiedere più spesso dai non allergici è come faccio a sopportare questa situazione", osserva: "La verità è che nel complesso sono una persona molto sana. Più di molti miei coetanei che fanno vita sedentaria, fumano e si rimpinzano di junk food. Certo, bisogna lavorarci sopra". E sull'impegno necessario per essere sani, non rilascia deleghe in bianco: "Essere pazienti vuol dire anche essere utenti del sistema sanitario, col diritto di pretendere un buon livello di assistenza. Altrimenti ci si può rivolgere altrove. Molti non si rendono conto di quanto potere dia una cosa del genere"

È lo stesso piglio che ha decretato il successo di Allergic Girl. "Credo nella responsabilità personale: così ho messo insieme la mia agenda di ristoranti con le mie capacità di coach", spiega Sloane: "Lo scopo del mio blog è gestire l'ansia legata al mangiare fuori, mettendo in contatto due mondi che devono imparare a dialogare: persone allergiche che amano il cibo e chef comprensivi che amano il loro lavoro".

Così il coach aggiorna continuamente il blog alternando ricette sicure come il sushi senza pesce a base di riso e tempura, e recensioni di ristoranti "a prova di allergia": locali di lusso, come il celeberrimo 21, una delle sue ultime scoperte, fast food che offrono pizza senza glutine o trattorie italiane, una vera avventura per chi non può consumare pane, pasta o riso. E con qualche suggerimento a margine, come la recensione di hotel con aria purificata o le dritte per costruire un percorso allergy free in una Spa.

L'obiettivo è dimostrare che, con qualche accorgimento, un allergico può mangiare dove vuole: "Ho le mie strategie per esplorare un nuovo ristorante", spiega Miller: "Telefono in anticipo per spiegare il mio problema, e parlo sempre con il proprietario o con il cuoco, non con il cameriere che può non conoscere gli ingredienti di un piatto. Porto dietro un elenco scritto degli alimenti pericolosi per me. Metto bene in chiaro che non si tratta di un capriccio, e che non voglio creare problemi o minacciare azioni legali, ma solo godermi una buona cena". Con un pizzico di diplomazia: "Evito di presentarmi in un locale nuovo all'ora di punta o il sabato sera. E nei casi dubbi preferisco rinunciare a un piatto, o addirittura cambiare locale, piuttosto che correre rischi. Apprezzo la sincerità di chi mi dice 'meglio che torni un'altra sera'. E ho scoperto che la maggior parte dei ristoratori sono felici se capiscono che possono nutrirci in sicurezza".

La sua aria da elfo è così charming da aprirle sicuramente molte porte. Ci sono però anche serate no, cene a menù fisso in cui non resta altro da fare che sgranocchiare uno snack portato da casa, incomprensioni e facilonerie. "Mi sono trovata in un ristorante in cui mi avevano detto di aver capito i miei problemi col glutine, e poi mi hanno messo davanti un pollo fritto ricoperto da una spessa crosta di pangrattato. E alle mie rimostranze sono caduti dalle nuvole: 'Ma il glutine non è lo zucchero?'", racconta: "Certo sta anche a noi spiegarci chiaramente: ho scoperto di recente che se chiedo un hamburger 'liscio' la cosa non risulta chiara, mentre se chiarisco che voglio 'solo' un hamburger e insalata non ci sono problemi".

Quando le cose vanno bene, Sloane telefona il giorno dopo per ringraziare. E inserisce il ristorante nella sua lista. "I ristoratori cominciano a capire che siamo buoni clienti, e stanno nascendo i primi locali specializzati in menù per allergici", spiega. Comprensibile, visto che solo negli Stati Uniti a soffrire di allergie alimentari sono 12 milioni di persone, con un aumento vertiginoso del 18 per cento nell'ultimo decennio.

Allergic Girl si è messa in testa di aiutarli costruendosi una professione sul suo problema, unito alla sua gioia per il cibo. L'ultima idea è quella delle Worry free dinners, appuntamenti gastronomici mensili per allergici adulti e, da settembre, anche per bambini. Alle cene partecipano persone che soffrono di allergie e intolleranze alimentari, diabetici che seguono un regime kasher e altro ancora. "I nostri eventi sono aperti a qualunque forma di restrizione alimentare", spiega Sloane E se per ora le Worry free dinner si svolgono solo a New York e dintorni in futuro si pensa di portarle nel resto del paese.

"Per qualcuno le cene Worry free sono la prima occasione in cui mangiare tutto senza problemi, senza sentirsi chiedere perché rifiuti questo o quell'alimento", spiega Miller: "Si comincia subito a chiacchierare come vecchi amici. Per chi soffre di allergie gravi è importante frequentare persone che non ti giudicano o ti mettono a disagio, e sono disposte ad alzarsi da tavola e cambiare ristorante se necessario".

Perché, certo, le relazioni sociali se uno non può mangiare normalmente sono complesse: per avere contatti ravvicinati con chi soffre di allergie bisogna essere disposti a qualche rinuncia. Scherza Sloane: "I miei boyfriend, o gli uomini che lo sarebbero diventati, hanno sempre fatto quello che era necessario per essere baciabili, anche se voleva dire rinunciare a certi alimenti".
 

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