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Diabete, troppi farmaci. 1,5 milioni di pazienti lasciano le cure

Diabetologia Redazione DottNet | 08/06/2015 13:16

I diabetici italiani sono circa 3 milioni, ma solo uno su due si cura davvero. A circa 2 milioni sono prescritti gli ipoglicemizzanti orali, ma 1,3 milioni abbandonano le cure, spesso complesse, terapie entro breve tempo; circa 800 mila italiani con diabete di tipo due hanno bisogno dell'insulina, ma in 200 mila smettono di curarsi.

Una scarsa aderenza alla cura implica però un maggior rischio di complicanze, dalla retinopatia all'insufficienza renale, con un aumento sensibile dei costi sociali per il SSN. In Italia ancora oggi muoiono 27mila diabetici ogni anno e l'aspettativa di vita dei pazienti è di 5-10 anni inferiore alla norma. Per ridurre il problema pazienti e medici chiedono poche cure, semplici da utilizzare ed efficaci. Non basta che sia efficace e sicura. Serve anche che abbia pochi effetti collaterali, che sia comoda e da somministrare poche volte al mese, in modo semplice, sempre pronta all'uso, invisibile, indolore. Un 'click' silenzioso, anonimo, che tolga dall'imbarazzo chi si trova costretto ad iniziare la cura e che aiuti colui che la sta seguendo, spesso male, da anni, a gestirla al meglio. Questa è la richiesta e la speranza dei tre milioni di malati di diabete di tipo 2 ma anche dalle migliaia di medici specialisti che in questo modo potrebbero gestirli ancora meglio, certi di una maggiore probabilità di successo terapeutico e di una piena accettazione di una cura per una malattia che resta comunque cronica. Di queste problematiche, che non riguardano solo l'Italia, si è parlato al congresso della American Diabets Association, in corso a Boston fino al 9 giugno.



"Le cure per il diabete - spiega Francesco Giorgino, professore ordinario di endocrinologia e malattie metaboliche all'Università di Bari e presente al congresso - sono spesso complesse, richiedono nella fase avanzata anche tre farmaci giornalieri, dopo i quali si passa all'insulina per via iniettiva.

Questo percorso costituisce una grande barriera, psicologica e pratica per i pazienti. Come risultato, molti dimenticano e poi abbandonano le cure. Situazioni che comportano costi sanitari ed economici molto più elevati della terapia stessa. Si stima, infatti, che nel mondo ogni 9 dollari di spesa sanitaria uno sia provocato dal diabete, che nel 2014 ha comportato un costo complessivo mondiale stimato in 612 miliardi di dollari". Il problema della mancata aderenza - precisa dall'Italia Nicoletta Musacchio, responsabile dell'Unità Operativa di Diabetologia agli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano - esiste dunque anche nel caso della terapia con ipoglicemizzanti orali: nonostante vengano assunti sotto forma di pillole e quindi siano teoricamente più 'graditi' ai pazienti, anche questi vengono spesso abbandonati anche dopo pochi mesi. I pazienti diabetici spesso sono anziani o soffrono di altre patologie, perciò ricordare di prendere una, due o tre pastiglie ogni giorno per molti è complicato.

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Le barriere più grandi alla terapia, quindi, non sono tanto il tipo di farmaco o la modalità di somministrazione: ciò che tiene lontani i diabetici dalle cure è dover 'pensare' quotidianamente alle medicine e il timore degli effetti collaterali a cui potrebbero andare incontro. Sia l'insulina che alcuni ipoglicemizzanti orali, infatti, possono indurre crisi ipoglicemiche e soprattutto possono determinare un aumento di peso, esattamente il contrario di ciò che si chiede ai malati per tenere sotto controllo il diabete: tutto ciò li scoraggia e spiega perché, di fatto, la terapia dei circa 3 milioni di diabetici italiani sia una strada ancora in salita".

 

 

fonte: ansa

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