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Differenze nella cura dell'Infarto tra Uomini e Donne determina aumento della mortalità

Cardiologia Redazione DottNet | 19/12/2008 13:09

Da alcuni anni sono periodicamente pubblicati lavori sulla differenza di outcame tra uomini e donne colpiti da infarto miocardico acuto. Il lavoro pubblicato su Circulation analizza uno dei più grandi database del mondo di pazienti con IMA. Sono state analizzate le schede di 78.254 pazienti trattati tra il 2001 ed il 2006 in 420 ospedali americani.

Analizzando in maniera superficiale si nota ancora una volta che la mortalità delle donne è più elevata rispetto a quella degli uomini 8.2% vs 5,5 % p<0,001. Dalla analisi multivariata ed aggiustando l'analisi per età e comorbidità si nota che le donne presentano l'infarto ad una età più avanzata e solo per questo hanno un rischio di morte intraospedaliero maggiore. Non esistono differenze tra uomini e donne nella mortalità ospedaliera per infarto miocardico. La storia però non è finita qui. Analizzando ulteriormente i dati e prendendo in considerazione solo gli infarti miocardici con ST sopralivellato (STEMI) ecco che compaiono nuovamente le differenze di mortalità. Questa volta si osserva che le differenze di outcome non sono casuali o dettate da banali differenze ma si evidenzia chiaramente che le donne ricoverate per infarto miocardico acuto STEMI non ricevono le stesse cure dei pari età uomini.

Nella tabella sono riassunte le principali differenze notate. Appare evidente che le donne non solo accedono con minore frequenza ai trattamenti più aggressivi che hanno determinato negli ultimi anni la riduzione della mortalità dell'infarto acuto ( angioplastica primaria e fibrinolisi) ma anche l'uso di aspirina e betabloccanti è inferiore rispetto agli uomini. Le cause di tali differenze sono multifattoriali e non del tutto chiarite. Le donne arrivano in ospedale più tardi ed i sintomi iniziali sono forse riconosciuti con difficoltà. Occorre analizzare questi problemi per far si che le donne non subiscano anche questa discriminazione.
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