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Gli inibitori della tirosin-chinasi sono efficaci nel carcinoma renale

Nefrologia Medical Information Dottnet | 26/10/2015 17:51

Uno studio ha dimostrato l’efficacia degli inibitori della tirosin-chinasi come terapia di prima linea nel carcinoma metastatico renale.

Lo scopo di un recente studio è stato quello di valutare l'efficacia oncologica di farmaci inibitori dell’enzima tirosin-chinasi (TKI) come terapia molecolare mirata di prima linea per i pazienti con carcinoma metastatico delle cellule renali (mRCC) nella pratica clinica.

Questo studio clinico randomizzato di fase III ha incluso un totale di 271 pazienti giapponesi affetti da mRCC naive al trattamento con TKI, di cui 172 pazienti hanno ricevuto sorafenib e 99 hanno assunto sunitinib per più di due mesi come agente farmacologico molecolare mirato di prima linea. I risultati prognostici di questi pazienti sono stati valutati retrospettivamente.

Tutti i pazienti inizialmente hanno ricevuto 400 mg di sorafenib due volte al giorno oppure 50 mg di sunitinib una volta al giorno a ripetuti cicli di 6 settimane (4 settimane di trattamento, seguite da 2 settimane di sospensione). Il trattamento con TKI è continuato fino alla progressione della malattia oppure allo sviluppo di eventi avversi intollerabili (EA).

Durante il periodo di osservazione (mediana di 19 mesi), 126 pazienti (46.5%) sono stati sopraffatti dalla malattia, la sopravvivenza globale mediana (OS) per l'intera coorte è stata di 33.1 mesi e la percentuale di OS a 1 e 3 anni è stata del 77.3% e del 48.8% rispettivamente. L'analisi univariata ha compreso la classificazione Memorial Sloan-Kettering Cancer Center (MSKCC), i livelli di proteina C-reattiva (CRP), le metastasi linfonodali, le metastasi ossee, le metastasi epatiche, i sottotipi istologici e le caratteristiche sarcomatoidi come fattori predittivi significativi di OS. Di questi fattori, solo la classificazione MSKCC, i livelli di CRP e le metastasi al fegato nell’analisi multivariata sono risultate associate in modo indipendente con la OS. Inoltre, sono state riportate differenze significative nella OS in accordo alla positività per questi 3 fattori di rischio indipendenti.

In conclusione, i risultati del primo studio per valutare l'esito della terapia oncologica con TKI somministrati come agenti molecolari mirati di prima linea in pazienti giapponesi con carcinoma renale metastatico sembrano incoraggianti per quanto riguarda il controllo della malattia nella pratica clinica. Inoltre, la sopravvivenza globale dei pazienti trattati con TKI può essere stratificata con precisione in base alla positività per i fattori di rischio prognostici indipendenti identificati attraverso l'analisi multivariata, tra cui la classificazione MSKCC, i livelli di CRP e le metastasi epatiche. Di conseguenza, questi risultati suggeriscono fortemente l'utilità dei farmaci TKI nella maggior parte dei pazienti con mRCC naive per la terapia sistemica.

Riferimenti bibliografici:

Miyazaki A, Miyake H, Harada KI, Inoue TA, Fujisawa M. Prognostic outcome in patients treated with tyrosine kinase inhibitors as first-line molecular-targeted therapy formetastatic renal cell carcinoma: Experience in real world clinical practice in Japan. Mol Clin Oncol. 2015 May;3(3):601-606

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