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Combattere le inutili indagini radiodiagnostiche nei più piccoli

Pediatria Redazione DottNet | 16/07/2015 17:33

Ogni anno si stimano circa 4 milioni di indagini diagnostiche di tipo radiologico effettuate sui più piccoli.

Indagini che, spesso, risultano non sempre necessarie, esponendo così i minori a inutili rischi per la salute.

Proprio con l’intento di sensibilizzare i pediatri e le famiglie sul corretto utilizzo di queste procedure diagnostiche l’Associazione Italiana di Fisica Medica (Aifm), la Società Italiana di Pediatria (Sip) e la Società Italiana di Radiologia Medica (Sirm) hanno dato al via ad una nuova iniziativa “Radiazioni in pediatria”.

Dati Istat evidenziano che gli esami radiologici eseguiti annualmente nel nostro Paese sono quasi 40 milioni, di cui circa un decimo riguarda gli esami pediatrici e negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento di esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, talora con una dubbia appropriatezza. Da qui l'allerta degli specialisti, che ricordano come un'ingiustificata esposizione alle radiazioni ionizzanti può aumentare la probabilità di effetti dannosi alla salute a lungo termine e che i bambini, sia per una maggiore radiosensibilità che per una maggiore aspettativa di vita rispetto a un adulto, possono più facilmente manifestare danni in conseguenza delle radiazioni ionizzanti a cui sono stati esposti.

Inoltre numerosi studi hanno dimostrato che i medici prescrittori, generalmente, hanno una scarsa conoscenza delle questioni relative alle dosi di radiazioni ionizzanti somministrate e quindi possono sottostimare i rischi. Per questi motivi, una prima fase del progetto prevede un'attività di formazione sui pediatri della Sip: «In Italia - rileva infatti il presidente Sip, Giovanni Corsello - manca una specifica formazione dei pediatri e del personale sanitario in generale in materia di appropriatezza degli esami radiologici e di radioprotezione, spesso sottovalutata già all'interno dei corsi universitari e men che meno affrontata nei corsi di aggiornamento». Una seconda fase del progetto avrà invece l'obiettivo di informare le famiglie su benefici e rischi derivanti dalle procedure radiologiche.

Fonte: Ansa

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