Un recente studio ha mostrato il significato predittivo dell’ischemia miocardica e del tessuto cicatriziale in pazienti con e senza diabete.
Uno studio è stato condotto per valutare il significato prognostico dell’ischemia miocardica e del tessuto cicatriziale in pazienti con e senza diabete mellito (DM) sottoposti a Risonanza Magnetica Cardiaca da stress con Dobutamina (DCMR) e miglioramento tardivo con gadolinio (LGE) nella malattia arteriosa coronarica (CAD) nota e sospetta.
Sono stati esaminati un totale di 1969 pazienti (con età media di 63 ± 12 anni, il 29% di sesso femminile, frazione di eiezione ventricolare sinistra = 59 ± 12%) sottoposti a risonanza magnetica cardiaca (CMR) compresi DCMR e LGE con sospetto di CAD o progressione della CAD. Sono stati registrati come eventi severi il decesso dovuto a problemi cardiaci e l’infarto miocardico non fatale (MI).
I pazienti sono stati seguiti per 3.2 ± 1.5 anni (in media 2.9, range interquartile 2-4.3 anni). In totale, sono stati registrati 90 (4.6%) decessi cardiaci e MI. Tra questi, 328 pazienti (il 16.6%) avevano il diabete. La percentuale di anomalie parietali indotte da dobutamina (DWMA) e LGE è stata più alta nei pazienti con diabete mellito rispetto a quelli non affetti da diabete (il 27% rispetto al 19% e il 53.6 rispetto al 41.2%, rispettivamente; p<0.001 per entrambi). Sia la DWMA che l’LGE sono risultati predittori indipendenti di morte cardiaca e di infarto miocardico nei pazienti non diabetici (rapporto di rischio HR per DWMA 8.6, intervallo di confidenza CI 4.5-14.3, HR per LGE 2.1, CI 1.1-4.1) e nei pazienti con DM (HR per DWMA 8.6, CI 3.5-21, HR per LGE 4.5, CI 1.5-13.1). I test di interazione hanno dimostrato che l’LGE ha influenzato maggiormente la prognosi in pazienti con DM rispetto a quelli non diabetici (p=0.03 per l'interazione), mentre la presenza di DWMA è legata a scarsi risultati sia nei pazienti diabetici che non diabetici (p=non significativa).
La cicatrice miocardica da LGE è un segno distintivo di esito nettamente peggiore nei pazienti con diabete mellito, mentre la presenza di ischemia miocardica inducibile sembra essere predittiva sia nei pazienti diabetici che non diabetici. Entrambi i marcatori superano il valore predittivo dei tradizionali fattori di rischio aterogenico sia nei pazienti affetti da DM che non affetti.
Riferimenti bibliografici:
Giusca S, Kelle S, Nagel E, Buss SJ, Voss A, Puntmann V, Fleck E, Katus HA, Korosoglou G. Differences in the prognostic relevance of myocardial ischaemia and scar by cardiac magnetic resonance in patients with and without diabetes mellitus. Eur Heart J Cardiovasc Imaging. 2015 Sep 10.
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