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L’alimentazione nella III° età

Nutrizione Aquilele Aquilino Emanuele Campiotti | 15/01/2016 15:48

Oltre i 40 anni, l'occorrente di calorie e di proteine diminuisce gradualmente di circa il 5% ogni 10 anni sino ai 60 anni d'età.

La cosiddetta "terza età" è un periodo molto delicato della vita, in cui si corre più facilmente il rischio di malnutrizione, sia per difetto (carenze nutrizionali, magrezza) che per eccesso (obesità). L’Alimentazione nell'anziano ricalca sostanzialmente quella dell'adulto sano, ma si dovrà porre particolare attenzione ad alcuni nutrienti, come minerali e vitamine, che nell'anziano sono particolarmente importanti per mantenere un buono stato di salute.

Oltre i 40 anni, l'occorrente di calorie e di proteine diminuisce gradualmente di circa il 5% ogni 10 anni sino ai 60 anni d'età; dai 60 ai 70 anni il calo è del 10%, e un'altra riduzione del 10% avviene dopo i 70 anni (circa – 50%). Ma il problema, nell'anziano, non è tanto quello dell'apporto calorico, quanto quello di un regime alimentare equilibrato e completo nei principali nutrienti.

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La dieta ideale, deve essere impostata assicurando l'apporto calorico totale intorno alle 2.100 calorie e l'energia deve essere fornita dai carboidrati per il 50 - 60 per cento, dalle proteine per il 12 - 14 per cento, dai lipidi per il 30 - 35 per cento.

- Il peso è il primo indice di un buono stato di nutrizione

In ogni persona sana dopo i 60 anni si osserva un progressivo rallentamento del metabolismo, che va di pari passo con la riduzione dell'attività fisica. Si rischia quindi di ingrassare. L'anziano quindi deve mangiare un po' meno rispetto al giovane adulto in piena attività. Un'attività fisica leggera e costante, utile anche per prevenire l'osteoporosi, è consigliabile in tutti gli anziani se non ci sono malattie particolari o problemi di invalidità.

- Variare ed adattare i vari cibi alle proprie esigenze

Un'alimentazione variata è ancora più importante nell'anziano che nel giovane. Vanno evitati pasti monotoni, pietanze precucinate e pasti freddi. Se da un lato questi ultimi sono più comodi e gestibili, per l'anziano e per chi eventualmente lo accudisce, dall'altro oltre al rischio di carenze nutrizionali varie (soprattutto minerali e vitamine) l'anziano può diventare in questo modo progressivamente inappetente. Se ci sono problemi con la masticazione si può ricorrere all'uso più frequente di alimenti liquidi (brodo, latte, passati di verdure etc), sempre e comunque al fine di aumentare la varietà alimentare.

- Fare sempre la colazione e frazionare i pasti nell'arco della giornata.

Non è consigliabile che l'anziano concentri in pochi pasti abbondanti al giorno l'energia quotidiana, anche perché rischia di sovraccaricare il sistema digerente. Meglio fare cinque o più pasti al giorno, ma leggeri. La prima colazione è molto importante e deve prevedere latte, cereali e prodotti da forno leggeri.

- Gusto sì, ma attenzione al sale e a certi zuccheri!

Bisogna sempre stimolare l'appetito dell'anziano con dei pasti gustosi e vari, ma bisogna limitare il consumo di zuccheri semplici, come ad esempio dolciumi e zucchero da cucina, perché possono scatenare o aggravare condizioni di diabete o insulino-resistenza. Bisogna invece preferire i carboidrati complessi di pasta e pane, che unitia frutta e verdura, forniscono l'apporto necessario di fibra che migliora la funzione intestinale prevenendo la stipsi, e svolge un'azione favorevole sul colesterolo e sulla glicemia. Infine va evitato il ricorso eccessivo al sale e agli alimenti molto salati, perché l'anziano è sempre a rischio di ipertensione arteriosa.

-Bere acqua più spesso: la persona anziana è a maggior rischio di disidratazione, perché lo stimolo della sete è ridotto. Dovrebbe quindi bere regolarmente durante la giornata almeno 1 ½ litro di acqua a sorsate (contrasta la stitichezza).

Per ulteriori informazioni:

Dott.AQUILELE CAMPIOTTI ( già dirig. Medico - Medicina Preventiva -Dietoterapia - Disassuefaz. dal fumo - Medicina Naturale/ecobiologica) / T. 3475974117 - aqcam@teletu.it

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