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Obesità: nasce 'in testa', scoperti 6 nuovi geni nel cervello

Diabetologia Redazione DottNet | 10/01/2009 21:46

L'obesità nasce dalla nostra testa. Non è più solo una spiegazione psicologica che spesso si dà per giustificare o minimizzare i chili di troppo, ma un dato di fatto emerso da uno studio scientifico. Un team internazionale di ricercatori, infatti, ha identificato per la prima volta sei nuovi geni correlati con la malattia del grasso in eccesso, la cui espressione avviene a livello delle cellule cerebrali.

Gli specialisti del consorzio Giant (Genetic Investigation of Anthropometric Parameters) - si legge sulla rivista 'Nature Genetics' - lavorano proprio con l'obiettivo di individuare tutti i geni legati all'obesità. In totale, hanno già analizzato due milioni di variazioni di Dna correlate con l'ingrassamento patologico in 32 mila partecipanti alle loro indagini scientifiche.
Oltre ai geni già identificati, lo FTO e il MC4, gli esperti ne hanno ora 'scovati' altri sei: TMEM18, KCTD15, GNPDA2, SH2B1, MTCH2 e NEGR1. E le analisi di espressione genetica hanno mostrato che tutti sono attivi a livello neurale, come d'altronde i primi due geni precedentemente scoperti.

Nel caso del gene MC4R, si è scoperto anche che ha un'influenza diretta sull'appetito. Insomma, è nel cervello la causa delle misure 'extralarge'. "Certamente - sottolineano Erich Wichmann e Iris Heid, esperti del German National Genome Research Network e dell'Helmholtz Zentrum di Monaco, che hanno partecipato allo studio - le due principali cause del diabete sono un'alimentazione sbagliata e la sedentarietà.

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Ma la biologia di questi geni suggerisce che potrebbero esserci cause ereditarie alla diverse reazione delle persone di fronte a determinate condizioni ambientali e differenti stili di vita". Ad eccezione del SH2B1, che gioca un ruolo chiave nell'appetito regolando la leptina, nessuno degli altri cinque nuovi geni dell'obesità erano mai stati presi in considerazione come correlati con questa patologia. Come prossimo passo, gli scienziati vogliono valutare altri parametri antropometrici, in modo da fare luce sui diversi aspetti dell'obesità.

 

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