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Australia, i figli in provetta incontrano i padri donatori

Pediatria Redazione DottNet | 11/01/2009 09:43

Sono i primi volontari di un esperimento sociale cominciato negli anni '80 in Australia, in una clinica di fecondazione assistita di Melbourne: vent'anni dopo l'istituzione del primo registro al mondo di donatori di sperma, i figli concepiti sotto il programma cominciano a incontrare di persona il loro ''altro padre'', il donatore.

 Quando lo stato australiano di Victoria ha introdotto le pionieristiche leggi sulla fecondazione assistita nel 1988, queste includevano una clausola che permette alla prole dopo, l'età di 18 anni, di rintracciare il padre donatore, il quale a sua volta deve accettare di poter essere identificato. Avendo ora raggiunto l'età, alcuni dei componenti della prima ondata di figli concepiti con inseminazione da donatore stanno scegliendo l'opzione di essere presentati al loro ''altro padre'' e di comprendere meglio la propria discendenza. Fra questi Riley Denham, 19 anni, che ha esercitato il diritto di incontrare ''quel tipo che mi ha aiutato ad essere qui'', come ha detto al quotidiano The Australian, che lo ha intervistato a fianco della sua nuova conoscenza, il 64/enne Roger Clark.

Quest'ultimo aveva 40 anni ed era già padre di due figlie, quando decise di diventare un donatore di spermatozoi. Fra agosto 1988 e maggio 1989, ha aiutato a concepire cinque bambini, e Denham è uno di loro. Nonostante la nuova, forte relazione, il giovane ha le idee chiare su chi sia il suo vero padre. ''Mio padre è mio padre, e anche se ho altri otto fratelli e sorelle a cui sono biologicamente imparentato, posso avere solo un fratello e una sorella'', ha affermato.
''Detto questo, senza Roger non sarei qui. E la coincidenza è che la mia vita è in parte dovuta a lui''. Secondo le stime, sono migliaia gli australiani che potrebbero compiere il primo passo in questo terreno inesplorato, ma secondo una ricerca in via di pubblicazione saranno in pochi a compiere il viaggio intrapreso da Denham e Clarke. La ricerca condotta dal pioniere della fecondazione assistita Gah Kovacs, direttore medico della Centro Monash di fecondazione in vitro di Melbourne , indica che solo il 10% dei bambini concepiti con inseminazione da donatore sono stati messi a conoscenza delle proprie origini biologiche. ''Nonostante sia stato raccomandato loro, quando si sono presentati alla clinica, di dire la verità ai figli che verranno, preferibilmente quando sono piccoli, in realtà pochi genitori lo hanno fatto'', ha detto Kovacs. ''Credo - ha concluso - che i mariti si sentano minacciati da questo, che vogliano dimenticare da dove era venuto lo sperma''.

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