La review ha fornito dati interessanti in merito al profilo di sicurezza cardiovascolare degli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4.
Le patologie cardiovascolari (PC) sono ritenute il maggiore onere del diabete mellito di tipo 2 (DM2) in termini di morbilità, mortalità e costi sociali ed individuali. Pertanto, la prevenzione delle PC è sicuramente da ritenersi un obiettivo importante nella cura del diabete.
Il trattamento ottimale dell’iperglicemia è certamente strumentale alla prevenzione cardiovascolare. Per trattamento ottimale si intende sia il raggiungimento del target glicemico più appropriato specifico per il paziente sia una selezione di farmaci con un rapporto beneficio/sicurezza più favorevole. E’ chiaramente necessario che tutti i farmaci antidiabetici siano almeno sicuri, se non palesemente benefici nelle PC.
Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4) sono tra le classi di farmaci disponibili per la cura del diabete più recenti. Un punto importante da chiarire è l'effetto di questi composti sulle PC. Le aspettative positive sono dettate dal meccanismo d'azione che influisce anche sul glucosio post-prandiale e minimizza il rischio di ipoglicemia, determinando così un controllo globale del glucosio e alcuni effetti extra-glicemici potenzialmente benefici.
La review di Bonora et al. ha esaminato la letteratura esistente in materia.
I risultati degli studi pubblicati finora hanno evidenziato che i farmaci inibitori della DPP-4 mostrano un ampio spettro di effetti glicemici ed extra-glicemici potenzialmente in grado di ridurre il rischio di PC ed effetti favorevoli sugli endpoint intermedi o surrogati delle PC facendo pensare alla possibilità di ottenere outcome migliori. Inoltre, l’analisi combinata dei risultati di studi clinici di fase 3 e 4 sulla sicurezza dei farmaci inibitori della DPP-4 ha suggerito che l’impiego di questi farmaci potrebbe determinare outcome migliori nelle PC. I risultati in merito agli outcome delle PC di tre studi randomizzati, hanno riportato che l’alogliptin, il saxagliptin e il sitagliptin non arrecano danno ma non apportano alcun beneficio sui principali eventi cardiovascolari. Un modesto ma significativo aumento del rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca è stato osservato per il saxagliptin e l’alogliptin (solo in soggetti con storia di insufficienza cardiaca prima della randomizzazione), ma non per il sitagliptin. Uno studio in corso sul linagliptin fornirà ulteriori approfondimenti sul tema della sicurezza e dei benefici nelle PC.
Si dovrebbe considerare che la maggior parte degli agenti antidiabetici orali alternativi non presentano un profilo di rischio cardiovascolare migliore degli inibitori della DPP-4 e che alcuni di essi, infatti, devono essere utilizzati con cautela a causa di effetti potenzialmente negativi sul cuore e i vasi sanguigni. Nel complesso, la selezione dei farmaci antidiabetici con il profilo più favorevole per le PC è obbligatoria ma ancora impegnativa nella cura del diabete.
Riferimenti bibliografici:
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