Torna l'appuntamento con la Fondazione Cesare Serono per far conoscere le malattie
Torna per il terzo anno consecutivo l'appuntamento voluto dalla Fondazione Cesare Serono per far conoscere e far parlare delle disfunzioni tiroidee, che in Italia arrivano a colpire complessivamente oltre 3 milioni di persone, con una significativa prevalenza delle donne.
Accorgersi di soffrire di una disfunzione tiroidea non è facile, perché i campanelli d'allarme sono diversi, a seconda della tipologia specifica del disturbo: sono, in generale, agli antipodi quelli che contraddistinguono l'ipo dall'iper-tiroidismo (aumento ingiustificato di peso e sensibilità eccessiva al freddo nel primo caso, diminuzione ingiustificata di peso e sensibilità al caldo nell'altro).
Finora, attraverso le sue iniziative di sensibilizzazione, la Fondazione Cesare Serono è riuscita a coinvolgere ben 5.240 persone, che hanno raccolto l'invito a compilare un semplice questionario online, volto a valutare la conoscenza del disturbo e di quelli che possono essere i suoi segnali d'allarme, così difficilmente riconoscibili. A compilarli sono state soprattutto donne (83%), nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni (54%), che più frequentemente sono soggette, per esempio, a malattie come le tiroiditi, spesso all'origine delle disfunzioni della tiroide. La Campagna "Tiroide: riflettiamoci!" ha ricevuto il patrociniodi Federfarma, delle principali Società Scientifiche di riferimento.
E si parlerà anche di formazione e informazione alla “Settimana Mondiale della tiroide 2016”. In questi giorni si punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo scientifico sui crescenti problemi collegati alle malattie della tiroide. Le principali associazioni italiane, con in testa l’AME (Associazione Medici Endocrinologi), battono molto sulla prevenzione attraverso iniziative di vario genere, che spaziano da convegni e seminari ad ecografie gratuite, al nuovo corso Fad sul provider Sanità Informazione con gli ultimi trattamenti per evitare di ricorrere alla chirurgia. Si insiste molto anche sulla necessità di aggiornare e preparare la classe medica su un problema sanitario che investe, in varia misura, tutto il pianeta. In particolare, in Italia, il nodulo tiroideo colpisce il 5% della popolazione.
Questo avviene con una netta prevalenza nelle donne, aumenta con l’età ma può comparire anche in età pediatrica. «È un dato molto elevato – commenta il presidente eletto di AME (Associazione Medici Endocrinologi), il professor Vincenzo Toscano – e risente del fatto che nel nostro Paese abbiamo introdotto solo da poco, ed in maniera non ancora appropriatamente diffusa, l’utilizzo del sale iodato, elemento indispensabile per la sintesi degli ormoni tiroidei».
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