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Leonardo Sechi: estenderemo la ricerca sul Map e sul diabete 1 al resto dell'Italia

Diabetologia Redazione DottNet | 20/01/2009 13:36

Sul numero scorso di Medic@lnews abbiamo anticipato la scoperta del professor Leonardo Sechi dell’Università di Sassari che attribuisce ad un batterio il diabete di Tipo 1. In pratica a causare il diabete insulinodipendente, sarebbe il Map, Mycobacterium avium paratuberculosis, della stessa catena dei batteri che causano la lebbra e la Tbc e che spesso infetta i bovini entrando così nella nostra catena alimentare.
 

Professor Sechi, a che cosa hanno portato finora gli studi sul Map?
Ricerche effettuate hanno già dimostrato che nei soggetti geneticamente predisposti il Map è in molti casi responsabile del morbo di Crohn e della sindrome dell'intestino irritabile. Oggi sappiamo che in queste persone il Map può scatenare anche lo sviluppo del diabete di tipo I.
Come mai l’incidenza è così elevate in Sardegna?
Dai primi dati elaborati, è in effetti emerso che il 70% dei sardi con diabete di tipo I ha il batterio e che le loro alterazioni genetiche sono comuni a quelle dei soggetti affetti dal morbo di Crohn. Una percentuale comparabile è stata, inoltre, riscontrata anche in Inghilterra dal St. Georges Hospital Medical School University, partner nello studio. Il diabete ha un'origine per il 50% genetica e per il 50% ambientale. Nella nostra regione, vista la l'elevata presenza di animali da allevamento infetti, il maggior responsabile è appunto il Map.
La soluzione quindi?
Senza dubbio vaccinare gli animali.

Si scongiura così la propagazione all’uomo che, una volta contratto il diabete 1 non potrà fare più nulla, neppure con gli antibiotici.
Per il momento la sua ricerca si è limitata alla Sardegna: intende estendere i test al resto dell’Italia?
Ci siamo limitati alla nostra regione perché, al pari della Finlandia, ha la più alta incidenza di Map, Stiamo comunque prendendo contatti per esportare la nostra ricerca al resto del Paese e all’Inghilterra, dove il fenomeno presenta una discreta diffusione.
Come si presenta il batterio?
Ha una lunghissima incubazione e, se presente in alte concentrazioni nel latte, è in grado di resistere alla pastorizzazione e può quindi essere trasmesso all'uomo attraverso i formaggi freschi e talvolta addirittura il latte stesso. Anche se i campioni di latte pastorizzato sardi studiati non presentavano tracce di Map vivo la prevenzione deve essere massima in tutte quelle regioni in cui si verifica una epidemia del batterio. Per questo insisto sul vaccino.

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Silvio Campione
 

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