Start up Italbugs, gli alimenti provenienti dai grilli fino al baco sono i più sostenibili
"Nessuno vuole mettere l'insetto crudo sul piatto ma perchè non consumare un sano hamburger con farina di grilli o il panettone con la farina del baco da seta?". Marco Ceriani, presidente di Italbugs, start up di ricerca scientifica che si occupa dal 2000 di insetti edibili, è assolutamente convinto che il cibo a base di o con insetti, in Italia vietato per rischi ambientali e sanitari, "è nutriente, sostenibile e anche buono". Gli insetti - afferma Ceriani in audizione alla Commissione agricoltura del Senato dove si sta discutendo sulla possibile rimozione dei veti legati agli insetti nel piatto - "sono il cibo del futuro in un mondo dove la domanda alimentare cresce molto più rapidamente dell'offerta disponibile".
"Gli insetti come alimento nutrono già oggi due miliardi di persone in oltre 50 Paesi al mondo - osserva Ceriani - e sono una fonte di cibo nutriente e sostenibile che consente un minor utilizzo di risorse ambientali.
"L'Italia con i suoi veti agli insetti edibili - prosegue Ceriani - rischia solo di arrivare in ritardo e di dovere poi aprire le porte all'import magari anche dall'etichettatura poco chiara". Ceriani racconta la sua esperienza di start up 'in fuga': "Noi come Italbugs abbiamo trovato ospitalità presso il parco tecnologico di Lodi anche per la decennale ricerca scientifica portata avanti sull'argomento, ma come sede legale ci siamo stabiliti a Wageningen in Olanda, dove ci era consentito di operare e dal prossimo anno commercializzeremo i nostri prodotti, a partire da farine a base di insetti per poi proporre il 'Panseta', il primo panettone al mondo ottenuto con farina di baco da seta di cui abbiamo già sfornato i primi assaggi". "
E' chiaro che non si possono aprire le porte a tutti gli insetti, perchè possono costituire un rischio sia per l'ambiente che per la salute umana - conclude Ceriani -. E' dunque compito del legislatore operare affinchè i possibili rischi di contaminazione ambientale vengano risolti al minimo individuando specie di insetti autoctone e prive di rischi ecologici". La scelta di alcune specie autoctone come il baco da seta, secondo Ceriani potrebbe originare, oltre a un impulso economico, anche un ritorno alla terra in alcune zone agricole dismesse.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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