La migliore strategia per il mantenimento del benessere fisico e mentale del nostro corpo è garantito da uno stile di vita corretto.
La migliore strategia per il mantenimento del benessere fisico e mentale del nostro corpo è garantito da uno stile di vita corretto e prevede: una frequente attività fisica, limitazione dei principali fattori di rischio quali il fumo, alcool, ipertensione arteriosa e soprattutto una corretta alimentazione.
Cambia dunque il concetto di dieta, che non deve essere intesa come una privazione, limitazione o addirittura digiuno per raggiungere uno scopo nel più breve tempo possibile (come la perdita di peso). La dieta deve essere intesa come:
Il cibo deve essere dunque considerato non solo come nutriente, ma assume aspetti emotivi e si relazione con l’ambiente. Questo è il motivo per cui le diete non devono essere come privazioni di determinati alimenti (alimenti grassi o altamente calorici ) poiché il principale rischio, oltre alla depressione o alterazione dell’umore, è anche quello di sentirsi esclusi dalla vita sociale (non uscire con gli amici per non pranzare o cenare), sentirsi deboli e stanchi a causa della drastica riduzione di assunzione dei carboidrati, vivere male l’insuccesso se non si riesce a perdere e/o mantenere il peso corporeo e percepire un disagio con il proprio aspetto fisico e psichico per gli inutili sacrifici e le rinunce.
Vi propongo due schemi di diete attualmente più popolari e di moda.
La dieta Vegana
Schema dietetico che deriva da una dieta vegetariana “estremizzata”
Si ha la totale esclusione di tutti i prodotti di origine animale inclusi latte e uova. Si basa su ragioni etiche e ambientali. Vorrei citare un lavoro interessante che ha valutato gli effetti di una dieta vegana più riso integrale sul controllo della glicemia e sui valori dell’emoglobina glicata in pazienti con diabete di tipo II, rispetto ad una dieta convenzionale diabetica. Lo studio conclude che entrambe le diete portato a riduzioni dei livelli di HbA1c (emoglobina glicata); tuttavia, il controllo glicemico era migliore nella dieta vegana rispetto alla dieta convenzionale. Così, le linee guida dietetiche per i pazienti con diabete tipo 2 dovrebbero includere anche una dieta vegana per una migliore gestione e trattamento. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti a lungo termine di una dieta vegana (1). Le donne incinte o in allattamento, che seguono una dieta vegana sono oggetto di numerose polemiche. Questo è il risultato della preoccupazione che l'eliminazione di prodotti di origine animale può portare a carenze nutrizionali e quindi influenzare negativamente la salute della madre e del bambino secondo la società “American Dietetic Association”. Il bilanciamento di tale dieta può comportare alcune difficoltà, soprattutto per gli individui senza esperienza o conoscenze sulla nutrizione. Sono necessari integratori a base di aminoacidi essenziali, acidi grassi essenziali Omega-3, ferro e calcio così come le vitamine D e B12. E’ necessaria anche una supplementazione con vitamina D e vitamina B12. Le ricerche mostrano che i bambini di madri vegetariane sono nati a termine e hanno normale peso alla nascita. Vi è però un aumento del rischio di ipospadia in questi ragazzi. Per quanto riguarda l’allattamento, la differenza principale della composizione del latte delle madri vegetariane rispetto ai non-vegetariani è il minore contenuto di acido docosaesaenoico, essenziale per lo sviluppo positivo delle funzioni retiniche, acuità visiva, comportamento motorio e cognitivo sia nei neonati a termine che pre-termine (2). Diversi studi sembrano confermare che i vegani, hanno una minore incidenza rispetto ai mangiatori di carne di sviluppare alcune malattie croniche, ma non è chiaro se questo si traduce in una minore mortalità (3). Recenti studi hanno concluso che le diete vegane sono efficaci sulla riduzione del peso corporeo, ma servono ulteriori studi a lungo termine per valutarne gli effetti sul mantenimento del peso (4). Per concludere vi segnalo un interessante lavoro che sottolinea i vantaggi a breve termine di una dieta vegana: riduzione dei rischi cardiovascolari, minore incidenza di ipertensione arteriosa e maggiore controllo della glicemia e, a differenza dei vegetariani, un maggiore controllo sul colesterolo. Sono in corso studi a lungo termine sugli effetti della mancanza della vitamina B12 (tipica nella dieta vegana), poiché la carenza di questa vitamina è associata a importanti eventi cardiovascolari. Per ora si consiglia ai vegani di introdurla nella loro alimentazione come integratore (5). (clicca qui per leggere l’articolo)
La dieta Vegetariana o dieta Mediterranea ?
A differenza di quella vegana, la dieta vegetariana include uova e latte con esclusione di tutti i tipi di carne. Si tratta di un regime alimentare che nell’adulto non crea particolari problemi. Gli adolescenti e le donne in gravidanza e/o allattamento dovrebbero essere seguite da un medico nutrizionista. Spesso si discute se la dieta vegetariana è più sicura sulla salute cardiovascolare rispetto alla dieta mediterranea o viceversa, ma per rispondere a questo quesito occorre analizzare gli studi medici pubblicati.
Vi segnalo appunto uno studio clinico randomizzato in corso, che si sta svolgendo in Italia, presso l’Università di Firenze, che ha coinvolto 100 pazienti: 50 soggetti sono stati assegnati ad un regime dietetico vegetariano e gli altri 50 ad un regime dietetico mediterraneo (6). Gli obiettivi dello studio sono i seguenti:
Rimaniamo in attesa dei risultati di questo interessante studio per avere una dimostrazione medico scientifica sull’impatto della salute cardiovascolare.
Altri studi simili che prendono in considerazione gli effetti sulla salute di una dieta ricca di carne contro una dieta vegana e vegetariana confermano che sicuramente le diete vegane e vegetariane sembrano avere un ruolo protettivo per la salute del cuore, ma necessitano di supplementi maggiori di vitamine del gruppo B. Ottimale sarebbe una dieta vegetariana ricca di pesce (leggi l’articolo ) (7). Per concludere: la letteratura medica è ricca di lavori sugli effetti delle diete vegane o vegetariane sulla salute, alcuni ipotizzano che le donne vegetariane hanno un basso rischio di tumore alla mammella (8), la maggior parte di lavori invece esaltano l’ottimo controllo della glicemia in pazienti diabetici e garantiscono una riduzione del colesterolo (9), però vi ricordo che si tratta di studi a breve termine. Tutti gli studi confermano che una dieta vegana o vegetariana è povera di vitamina B12, Ferro, Zinco, scarsa assunzione di acidi grassi omega 3, tutti aspetti che controindicano l’utilizzo di questo stile alimentare in bambini, donne in gravidanza o allattamento e persone che soffrono di alcune patologie, quali insufficienza renale, calcolosi, diverticolosi e altro ancora.
Contenuti extra:
Acidi grassi Omega 3 e Omega 6
Bibliografia
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
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