Negli ultimi dieci anni la sopravvivenza dopo un ictus è cresciuta del 10% ed è aumentato il numero dei pazienti che lo superano senza gravi invalidità. E' quanto è emerso dal convegno 'L'ictus celebrale in fase acuta: pratica clinica, modelli organizzativi e progetti di sviluppo per migliorare l'offerta di cura' che si è tenuto a Lecco e che è stato organizzato dalla Struttura complessa di neurologia dell'ospedale di Lecco con il patrocinio della Società italiana di neurologia, Sin-Sno Lombardia, Regione Lombardia e Boehringer Ingelheim Italia.
Con oltre 190 mila casi ogni anno in Italia, uno ogni tre minuti, e con circa 70 mila decessi, l'ictus - hanno spiegato gli esperti - rappresenta non solo la prima causa di invalidità, ma anche la terza di mortalità tra gli adulti nei paesi industrializzati: circa il 10-12% di tutti i decessi in un anno sono causati da ictus. Dati allarmanti, ma in progressivo miglioramento - rassicurano gli studiosi - grazie all'introduzione di nuovi farmaci e soprattutto di apposite strutture sanitarie, le stroke unit. Qui il paziente viene seguito da un gruppo multidisciplinare costituito da diverse figure, come cardiologi, neurologi, infermieri, fisioterapisti e rianimatori.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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