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Cresce la sopravvivenza dopo un ictus. Più tutelati gli abitanti del Nord

Cardiologia Redazione DottNet | 29/01/2009 17:37

Negli ultimi dieci anni la sopravvivenza dopo un ictus è cresciuta del 10% ed è aumentato il numero dei pazienti che lo superano senza gravi invalidità. E' quanto è emerso dal convegno 'L'ictus celebrale in fase acuta: pratica clinica, modelli organizzativi e progetti di sviluppo per migliorare l'offerta di cura' che si è tenuto a Lecco e che è stato organizzato dalla Struttura complessa di neurologia dell'ospedale di Lecco con il patrocinio della Società italiana di neurologia, Sin-Sno Lombardia, Regione Lombardia e Boehringer Ingelheim Italia.

 Con oltre 190 mila casi ogni anno in Italia, uno ogni tre minuti, e con circa 70 mila decessi, l'ictus - hanno spiegato gli esperti - rappresenta non solo la prima causa di invalidità, ma anche la terza di mortalità tra gli adulti nei paesi industrializzati: circa il 10-12% di tutti i decessi in un anno sono causati da ictus. Dati allarmanti, ma in progressivo miglioramento - rassicurano gli studiosi - grazie all'introduzione di nuovi farmaci e soprattutto di apposite strutture sanitarie, le stroke unit. Qui il paziente viene seguito da un gruppo multidisciplinare costituito da diverse figure, come cardiologi, neurologi, infermieri, fisioterapisti e rianimatori.

''L'importante è agire nel minor tempo possibile - ha spiegato Danilo Toni, direttore dell'Unità di trattamento neurovascolare del policlinico Umberto I di Roma - poichè le cellule nervose, private dell'ossigeno portato dal sangue, muoiono in pochi minuti''. Per Domenico Consoli, presidente della Sno (Società neurologi, neurochirurghi e neuroradiologi ospedalieri), nella cura dell'ictus in Italia ''nonostante l'esistenza di Linee nazionali, si registra tuttavia una notevole disomogeneità dei modelli organizzativi regionali in tutte le fasi assistenziali''.

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Per la cura dei malati di ictus negli ultimi anni in Italia sono nate le stroke unit, strutture in cui il paziente viene trattato da un apposito team composto da diverse figure professionali ma, ha spiegato Consoli, ''sono distribuite in prevalenza al centro e al nord del Paese. Dovrebbero essere molte di più, così da garantire a tutti i cittadini un Sistema Sanitario omogeneo ed uguali possibilità di cura indipendentemente dalla regione di domicilio''. In Lombardia, hanno sottolineato gli esperti, esiste il più alto livello di attenzione nell'assistenza all'ictus, con 31 stroke unit sul totale di 90 strutture presenti nel nostro Paese.

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