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Millennials, per cibo e salute meglio il medico che il web

Nutrizione Redazione DottNet | 19/05/2017 15:27

Studio dell'Università di Siena: sui vaccini c'è una visione cospiratoria ma per il 70% degli intervistati è giusto l'obbligo

Su alimentazione e salute per i Millennials meglio informarsi in famiglia o dal medico che affidarsi al web. Quanto a uno dei temi del momento, quello dei vaccini, se la maggioranza crede in complotti di vario genere, oltre l'80% è comunque convinto che i benefici siano superiori ai rischi e il 70% dice sì all'obbligo di vaccinazione. Questo il quadro che emerge da una ricerca su stili alimentari e salute dei giovani, svolta dal Laboratorio analisi politiche e sociali dell'Università di Siena e realizzata per Millennials Lab, in programma fino al 21 maggio all'Ateneo.

Lo studio è stato condotto intervistando 1052 italiani tra i 16 e i 35 anni.

Il ritratto è di Millennials che sono attenti ai prezzi più che alla qualità degli alimenti che consumano (91%), si informano principalmente da famiglia e medici di base (rispettivamente 88 e 83%), non si fidano dei social media sui temi dell'alimentazione e della salute (solo il 23% dichiara di avere fiducia) e ritengono che l'industria alimentare non lavori sempre nell'interesse dei consumatori. L'analisi indaga anche quanto i giovani siano permeabili ad una visione del mondo cospiratoria su alimentazione e problematiche connesse alla salute, con particolare riferimento ai vaccini.

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Una netta maggioranza di intervistati è d'accordo con l'esistenza di complotti di vario genere orchestrati dall'industria alimentare, farmaceutica e le grandi catene di fast-food con la complicità della politica. La maggioranza, oltre l'80%, ritiene però che i benefici del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia superino i rischi e più del 70% che i bambini sani dovrebbero essere obbligatoriamente vaccinati per frequentare la scuola. Scarsa l'informazione riguardo la politica agricola comune dell'Unione Europea, sconosciuta a più di metà del campione. "Dalla nostra indagine - spiega Pierangelo Isernia, coordinatore della ricerca - emerge un quadro diversificato. La maggioranza di loro è potenzialmente attenta e consapevole ma anche per la difficile situazione economica del paese le considerazioni di convenienza sono preminenti. I giovani sono scettici verso la grande industria e la maggioranza teme che manipoli la qualità dei prodotti per interessi economici".

Sul tema dei vaccini un dato, tra gli altri, "merita riflessione" per Isernia: chi li ritiene "dannosi, nonostante la qualità scientifica delle informazioni fornite sui benefici" non cambia opinione.

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