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Approccio alla paziente con sintomi menopausali

Ginecologia Redazione DottNet | 09/02/2009 17:41

Molte donne presentano sintomi menopausali durante il lungo periodo (anni) di transizione tra menopausa e postmenopausa. Le vampate di calore rappresentano il sintomo più comune che, tipicamente, si risolve dopo alcuni anni, ma che nel 15-20% delle donne interferisce con la qualità di vita.

In queste pazienti dovrebbe essere considerata l’adozione di una terapia a base di estrogeni, dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio relativo a tali farmaci. I dati a disposizione suggeriscono che l’adozione di una terapia a base di estrogeni molti anni dopo la menopausa è associabile ad un aumento del rischio coronarico, mentre l’adozione subito dopo l’inizio della menopausa non comporterebbe ciò. Inoltre, una terapia estrogena con le più basse dosi disponibili e a breve termine, rappresenta una ragionevole opzione di trattamento in donne in menopausa recente ed in buono stato di salute cardiovascolare, con sintomi postmenopausali da moderati a severi. La terapia a breve termine deve essere considerata per non oltre 4-5 anni in quanto i sintomi dopo alcuni anni diminuiscono ma con una durata più lunga dell’ormono-terapia aumenta il rischio di cancro al seno.

In alcuni casi le pazienti possono aver bisogno di una terapia a lungo termine per curare i sintomi vasomotori severi e persistenti eventualmente insorgenti dopo interruzione dell’ormono-terapia; tuttavia, tali pazienti dovrebbero prima essere trattate con farmaci non ormonali come gabapentin, o inibitori selettivi del reuptake della serotonina o inibitori del reuptake di serotonina e norepinefrina, ritornando a terapia con estrogeni solo qualora queste alternative terapeutiche risultino inefficaci o causa di effetti avversi.

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Gli estrogeni a basse dosi per via vaginale sono altamente efficaci per il trattamento dei sintomi di atrofia genitourinaria, con minimo assorbimento sistemico ed effetti endometriali.
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