Canali Minisiti ECM

La dose di radiazioni dello studio con la "Coro-Tac" è elevata e non trascurabile

Cardiologia Redazione DottNet | 12/02/2009 18:06

Spesso in medicina si trascurano dei concetti molto semplici e direi quasi ovvi come la radioprotezione del paziente sottoposto ad indagini radiologiche. E' il caso dei pazienti che vengono sottoposti a frequenti e forse inutili scintigrafie miocardiche “di controllo” potrebbe essere il caso anche della Tac coronarica. Tale tecnologia è attualmente molto di “moda” come alternativa alla coronarografia diagnostica per lo studio di pazienti con sospetta coronaropatia perchè presenta l'indubbio vantaggio di non essere “invasiva” e di non richiedere ricovero ospedaliero.

Tali vantaggi per il paziente hanno reso la tecnica molto più accettabile e diffusa tanto da essere proposta come test di screening in alcuni pazienti a basso rischio. Il lavoro pubblicato su JAMA ha valutato la dose di raggi che nella pratica clinica corrente viene impiegata per gli esami cardiaci effettuati mediante TAC coronarica. Sono stati inclusi 50 centri americani e 2000 esami praticati. Sono state analizzate varie tecniche, le maggiori marche produttrici di TAC a 64 stati, istituti ospedalieri ed Universitari. E' risultato che esiste una grande variabilità nella dose erogata dalle varie macchine in esame e che le tecniche di “risparmio dose “ sono valide ma non diffuse in tutti i centri.

Tutti i livelli di dose riscontrati sono potenzialmente “cancerogeni”. Utilizzando delle tabelle di rischio lineare si stima che 1 paziente su 2000 può sviluppare un cancro maligno fatale al seguito di simili esposizioni radiologiche. L'applicazione di tutte le tecniche per ridurre la dose al paziente devono essere adottate come la riduzione della intensità nei pazienti non obesi o nelle donne oppure nei pazienti che hanno già un rischio elevato di cancro. E' necessaria maggiore consapevolezza di questi numeri prima di prescrivere la Coro Tac a pazienti che non ne hanno strettamente bisogno.

Commenti

I Correlati

Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole

Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”

Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia

Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano

Ti potrebbero interessare

Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole

Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”

Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia

Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano

Ultime News

Più letti