Spesso in medicina si trascurano dei concetti molto semplici e direi quasi ovvi come la radioprotezione del paziente sottoposto ad indagini radiologiche. E' il caso dei pazienti che vengono sottoposti a frequenti e forse inutili scintigrafie miocardiche “di controllo” potrebbe essere il caso anche della Tac coronarica. Tale tecnologia è attualmente molto di “moda” come alternativa alla coronarografia diagnostica per lo studio di pazienti con sospetta coronaropatia perchè presenta l'indubbio vantaggio di non essere “invasiva” e di non richiedere ricovero ospedaliero.
Tali vantaggi per il paziente hanno reso la tecnica molto più accettabile e diffusa tanto da essere proposta come test di screening in alcuni pazienti a basso rischio. Il lavoro pubblicato su JAMA ha valutato la dose di raggi che nella pratica clinica corrente viene impiegata per gli esami cardiaci effettuati mediante TAC coronarica. Sono stati inclusi 50 centri americani e 2000 esami praticati. Sono state analizzate varie tecniche, le maggiori marche produttrici di TAC a 64 stati, istituti ospedalieri ed Universitari. E' risultato che esiste una grande variabilità nella dose erogata dalle varie macchine in esame e che le tecniche di “risparmio dose “ sono valide ma non diffuse in tutti i centri.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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