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Dieci milioni per le bio banche di sangue cordonale

Ginecologia Redazione DottNet | 12/03/2009 16:57

Ammontano a 10 milioni di euro le risorse, già disponibili, che il ministero del Welfare vuole investire per rafforzare la rete nazionale esistente delle bio-banche di sangue cordonale, per gestirle meglio a livello logistico e organizzativo.

Lo ha annunciato l'ufficio del sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, durante il convegno organizzato a Roma dall'Associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale (Adisco). Con l'ultimo decreto Milleproroghe hya fatto sapere il sottosegretario è stato stabilito che la rete di raccolta e donazione delle cellule staminali da cordone ombelicale sarà solo pubblica, dunque all'interno del Ssn, così come già avviene per il sangue e il trapianto di organi. In Italia è vietata la raccolta del cordone ombelicale da bio-banche private, e per la conservazione a fine autologo. Nel nostro Paese, come conferma l'ordinanza del Ministero del Welfare del 29 febbraio scorso, è possibile conservare il sangue da cordone ombelicale solo per la donazione ad altre persone, cioè ad uso allogenico, o per uso dedicato al neonato o consanguineo con una patologia in atto al momento della raccolta del cordone.

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Quando sarà dimostrata scientificamente la validità di altri usi, allora li consentiremo. L'esigenza ora è di migliorare il circuito di raccolta esistente, che si basa su 206 centri di raccolta attivi nei punti nascita italiani (su un totale di 1200 sale parto) e 18 biobanche che si occupano di conservare e trattare le cellule staminali. La qualità delle biobanche esistenti, secondo il sottosegretario, è alta. Deve essere migliorata l'organizzazione. Un punto questo su cui il Ministero sta lavorando anche con la Conferenza Stato-Regioni. Il prossimo 18 marzo il ministero del Welfare presenterà un suo documento disponibile sul sito web in cui si chiariranno i termini e le modalità di conservazione di queste cellule staminali.

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