Dr.Franco Gaboardi Ospedale San Raffaele (Milano),12-13 Aprile 2018
Il Dr. Gaboardi, pioniere della chirurgia urologica mininvasiva con tecnica laparoscopica e robotica, ci racconta l’evento che si è tenuto nei giorni 12-13 aprile 2018.
D: Come nasce quest'iniziativa?
R: Nasce da due considerazioni: il futuro della chirurgia nei prossimi anni sarà sicuramente donna, per tanti e diversi motivi. Da anni un’elevata percentuale di donne superano i test di medicina con ottimi risultati e al giorno d'oggi sempre più si iscrivono alla specializzazione di urologia.
Quindi conseguentemente stanno cambiando gli scenari relativi alle varie specializzazioni per cui le donne stanno afferendo a specializzazioni che un tempo erano appannaggio quasi esclusivamente maschile.
Un altro aspetto importante è che stanno cambiando le tecnologie con cui si eseguono gli atti medici. Mentre un tempo la chirurgia era una branca dove era necessario un impegno fisico importante, legato al fatto che si doveva “tagliare” e poi “tirare per divaricare la parete addominale”, oggi, che si esegue una chirurgia mininvasiva, questo non avviene più, grazie alla chirurgia laparoscopica, robotica E ALL’impiego del laser.
Si utilizza invece tutta una strumentazione di precisione per la quale occorrono: destrezza, manualità, meticolosità, tutte doti che sono naturali e spesso fanno più parte dell'universo femminile CHE di quello maschile.
La presenza di medici donne nei dipartimenti di urologia degli ospedali, università e associazioni è aumentata notevolmente e probabilmente nei prossimi anni pareggerà quello degli uomini.
Un tempo, per tutti i motivi sovraesposti le donne sceglievano preferibilmente branche mediche che non comportassero la fatica fisica nella sala operatoria. Oggi, invece con l’avvento della chirurgia miniinvasiva molte medici donne scelgono di diventare chirurghe.
In molti casi, fino a qualche anno fa, le donne non hanno avuto lo spazio che meritavano per le loro capacità, cura ed abilità, fatta eccezione per alcuni casi molto limitati. Quindi solo poche hanno avuto, per determinazione, o per fortuna o per entrambe le cose la possibilità di seguire interventi impegnativi o accedere ad incarichi di responsabilità.
Fortunatamente negli ultimi anni le cose stanno un po’ cambiando e questo processo, che credo irreversibile, sta facendo emerge la bravura di queste chirurghe e mi sembrava giusto organizzare un convegno dove potessero dimostrare le loro capacità negli interventi che abitualmente eseguono.
La particolarità del convegno è che per la prima volto i chirurghi, i relatori e i moderatori sono solo donne e ad ascoltare e vedere ci saranno tutti/e coloro che vorranno seguire quello che credo sarà un’occasione di approfondimento e conoscenza.
Il congresso “Chirurgia nel 3° millennio: il futuro è donna”, che si terrà San Raffaele Turro Hospital di Milano nei giorni 12 e 13 aprile 2018, ha come focus interventi chirurgici live in laparoscopia, robotica ed endourologia.
D: Com’è il rapporto tra l'urologo donna e il paziente uomo?
R: I rapporti tra il professionista ed il paziente dipendono molto dalla apertura mentale e culturale degli individui. più una persona è chiusa culturalmente tanto più questo rapporto è difficile, ovviamente poiché la visita urologica implica la necessità di eseguire una valutazione delle parti intime di una persona, ci può essere una certa ritrosia che credo che oggi sia nella maggior parte dei casi superata.
D: C'è un sogno per l'urologo donna?
R: Forse bisognerebbe chiederlo a loro, personalmente credo che il sogno può essere quello di vincere e superare i pregiudizi sessuali, che ci sono stati in passato anche nel campo della medicina. Questi pregiudizi non hanno permesso di dare il giusto spazio ai medici donna. Purtroppo per quanto se ne parli tanto la discriminazione di genere è ancora esistente in tutti gli ambiti lavorativi con poche eccezioni.
D: Per concludere cosa potremmo dire sul congresso “Chirurgia nel 3° millennio: il futuro è donna”?
R: Questo è stato il primo congresso in Europa che ha offerto l’opportunità di vedere brave chirurghe all’opera, ha ottenuto un notevole riscontro da parte di associazioni urologiche nazionali, europee ed americane. Il congresso avrà sicuramente edizioni future con partecipazioni che mi auguro sempre più numerose.
Il secondo obiettivo è stato quello di offrirci come centro di riferimento che possa permettere alle urologhe donne e non solo, di confrontarsi su tutti i tipi di chirurgia in campo urologico.
L'evento non vuole quindi creare una discriminazione al contrario vuole invece essere aperto a tutti coloro che senza pregiudizio di genere vogliano migliorare le loro conoscenze nella chirurgia urologica.
Franco Gaboardi
AN.LIT.COM 04.2018.3645
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