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Adenoidi e tonsille, diminuiscono gli interventi ma non basta

Pediatria Redazione DottNet | 02/04/2009 15:25

Sono diminuiti di un quarto negli ultimi 10 anni, in Italia, gli interventi chirurgici nei bambini per l'asportazione di adenoidi o di tonsille.

 Ma non è sufficiente: molti di questi interventi sono ancora inutili e una diagnosi precoce di rinosinusite, seguita da una terapia adeguata, potrebbe farli calare ancora del 30-40%. Lo dice Gualtiero Leo, primario di Allergologia pediatrica e Fisiopatologia respiratoria all'Ospedale Buzzi (ICP) di Milano, coordinatore scientifico del Congresso 'RinoSinoOtiti in età pediatrica', una 'due giorni' che si apre con la presenza di pediatri, otorini, allergologi di tutta Italia. Il fatto è che tutti i bambini, specie nei primi anni di vita - secondo dati epidemiologici noti - hanno almeno 6-8 episodi di infezione respiratoria l'anno, che si complicano nel 5-13% dei casi con una rinosinusite acuta, batterica. ''E' facile comprendere - commenta lo specialista - come questa patologia molto frequente abbia grande rilievo medico, sociale ed economico. Ma troppe volte non viene diagnosticata nè dai pediatri nè dagli otorini.

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Da una parte per l'errata convinzione che nei bambini piccoli i seni paranasali (la sinusite è proprio l'infiammazione di queste piccole cavità) non siano ancora formati; dall'altra, perchè sintomi come tosse, raffreddore, inappetenza, mal d'orecchio sono attribuiti ad altre cause, come otiti o adenoidi infiammate''. ''Nel 1999, secondo dati del Ministero della Salute - afferma Leo - gli interventi alle adenoidi e alle tonsille in età pediatrica sono stati 72.472 (11.139 in Lombardia); nel 2005 erano già diminuiti di un quarto, a 54.695 (7402 in Lombardia). Ma questo numero di interventi dovrebbe ancora diminuire di un altro 30-40%, perchè la diagnosi precoce di rinosinusite permetterebbe, con una terapia adeguata, di risolvere i sintomi e prevenire la cronicizzazione e quindi lo sviluppo di problemi ad adenoidi e tonsille''.

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