Giovanni Scapagnini racconta i principi alla base di ExpoSalus and Nutrition, ponendo un particolare accento sull'aspetto della Nutrizione.
Intervista a Giovanni Scapagnini, Direttore Comitato Promotore ExpoSalus and Nutrition, Professore Associato di Biochimica Clinica, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi del Molise.
Trasversalità, confronto e condivisione sono i principi alla base di ExpoSalus and Nutrition: attraverso quali prospettive si svilupperà il percorso di conoscenza che coinvolgerà i visitatori della fiera?
La salute è un patrimonio individuale e paradossalmente globale e a questo concetto si associano interessi che vanno dalla piacevolezza del sentirsi bene alla gestione dei costi della sanità pubblica. Lo slogan scelto per questa manifestazione, “la salute può essere contagiosa”, si riferisce proprio al fatto che spesso si parla di salute come evitamento di malattie, sebbene l’OMS dal 1948 l’abbia definita come stato di benessere. È molto importante far comprendere che la salute trasversalmente tocca tutte le aree della nostra vita quotidiana. Ma il tema veramente interessante che emergerà è che la cultura della salute è di per sé un elemento che porta salute e se una persona sta bene può stare ancora meglio. Abbiamo vissuto per anni l’idea di prevenzione come attenzione ad evitare le cose che ci fanno male, ma in realtà prevenire significa aggiungere ogni giorno un po' di salute al nostro organismo, che ha come risultato finale l’evitamento della malattia ma anche l’effetto di rendere la vita ogni giorno più piacevole. Da questo tema si svilupperanno percorsi che partono dalle pratiche sanitarie fino ai temi dell’innovazione e della gestione della salute, senza dimenticare alcuni aspetti economici legati al nostro territorio, come ad esempio il turismo salutare ed il termalismo. I visitatori della fiera saranno coinvolti in un percorso che insegnerà la cultura della salute attraverso approcci che toccheranno tutti gli aspetti collegati alla salute e alla nutrizione attraverso una comunicazione più semplice ma coinvolgente. Cercheremo di trasferire un’idea di qualità della salute attraverso aspetti che hanno a che fare con la gestione del sé anche tramite l’innovazione.
Il focus ‘trasversale’ al quale sarà dato ampio spazio, come si evince già dal nome della manifestazione, è la nutrizione. Qual è il motivo di questa scelta?
La nutrizione è parte integrante della vita di ognuno. La frase ‘siamo quello che mangiamo’ assume significati importantissimi per la concezione attuale dell’impatto sulla qualità dell’invecchiamento collegato alla nutrizione. Noi abbiamo cercato in questi anni di tenere lontane le cose che fanno male: i grassi saturi, l’eccesso di zuccheri e di calorie, ma stiamo iniziando a scoprire che è molto importante anche aggiungere nel cibo ciò che fa bene. Questo aiuta molto, anche dal punto di vista territoriale: l’idea di accostare il gusto alla funzione nutritiva. Un cibo buono può essere anche un cibo sano, per esserlo però deve avere alcune caratteristiche. Questo sarà uno dei grandi temi di ExpoSalus and Nutrition perché riassume in qualche modo l’idea della nutrizione positiva. Tutti i grandi studi di popolazione che hanno valutato l’impatto delle variabili ambientali sulla salute hanno chiaramente dimostrato che la nutrizione è forse la variabile che influisce maggiormente sulla qualità della nostra vita e del nostro invecchiamento.
In che modo le scelte su alimentazione e nutrizione incidono in maniera determinante non solo sulla salute del singolo individuo, ma hanno una ricaduta diretta sulla collettività anche in termini di longevità?
L’aumento della vita media, che è un dato oggettivo, non corrisponde purtroppo all’aumento della salute media, quindi la gestione dell’invecchiamento in malattia o in fragilità è un tema che, aumentando il numero delle persone anziane, rappresenta un enorme problema sociale. Allora l’impatto della nutrizione sembra davvero essere una delle possibilità di intervento più sostenibili ed efficaci su quello che è il grande problema dell’umanità, che sono le malattie croniche associate all’invecchiamento. Il 90% della morbilità è legato a questo. Su questa scommessa si giocheranno i destini del mondo ed evidentemente parlare di cultura della salute e coltivarla individualmente può assumere una valenza veramente critica per il futuro dell’umanità. Su questo argomento avremo tantissimi incontri, dibattiti e informazione durante le giornate della manifestazione. Avremo il privilegio di ospitare alcuni tra i più prestigiosi studiosi dell’argomento, provenienti da tutte le Università del mondo, che ci mostreranno come alcune piccole attenzioni su aspetti alimentari abbiano la possibilità di cambiare molto il destino della qualità del nostro invecchiamento.
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
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La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
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