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In Italia sei milioni di obesi: stop allo stigma sociale del peso

Nutrizione Redazione DottNet | 09/10/2018 10:32

L'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) ha promosso un decalogo delle cose da fare o non fare "per prendere nel verso giusto una dieta"

Stop allo stigma sociale del peso e dell'obesità. E' il messaggio lanciato dalle società scientifiche in vista della giornata dell'Obesity Day che si  celebrerà il 10 ottobre e della campagna nazionale di sensibilizzazione promossa dall'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), che chiede interventi urgenti contro la "disapprovazione sociale e le discriminazioni a danno di persone con obesità".  L'obesità colpisce, solo in Italia, 6 milioni di persone e sono 22 milioni di italiani sovrappeso, per un costo un costo annuo stimato in 9 miliardi di euro. Ma il problema, hanno rilevato gli esperti presentando l'Obesity Day, è che "le convenzioni sociali e le rappresentazioni mediatiche dell'obesità rafforzano stereotipi della patologia che alimentano lo stigma. È fondamentale che i media, le istituzioni, l'opinione pubblica adeguino il linguaggio e le immagini utilizzati sull'obesità e che ritraggano essa in modo corretto, trattandola per quello che è, cioè una malattia e non un problema estetico".

Infatti, rileva il presidente della Fondazione Adi Giuseppe Fatati, "l'obesità è una condizione complessa che deriva dall'interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali.

Da qui la volontà di unirsi in maniera al monito lanciato dalla campagna mondiale del World Obesity Day che dice stop allo stigma del peso, alla colpevolizzazione, al bullismo e alle discriminazioni sociali". Un'emergenza a fronte della quale sono dunque scese in campo 10 tra società scientifiche e associazioni di pazienti sottoscrivendo il Manifesto dell'Italian Obesity Network per tracciare una 'road map' di intervento. Il Manifesto individua 4 azioni urgenti per contrastare lo stigma: abbandonare l'uso di immagini negative e linguaggi inappropriati; combattere le discriminazioni sui luoghi di lavoro e il bullismo nelle scuole; attuare politiche governative a favore di un migliore accesso a cibo nutriente riducendo la commercializzazione di opzioni meno sane; instaurare una relazione positiva tra medico e paziente. Il 10 ottobre, inoltre, 120 centri di dietetica Adi in tutta Italia e oltre 500 specialisti saranno a disposizione per colloqui gratuiti e consulenze. Previsti anche 20 eventi pubblici nelle piazze e scuole delle principali città.

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Sono 94 milioni gli anni di vita persi a causa dell'obesità e, solo in Italia, si stima che siano 57mila l'anno i decessi correlati a tale condizione patologica.   L'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) ha promosso un decalogo delle cose da fare o non fare "per prendere nel verso giusto una dieta". Il decalogo fa parte della campagna di sensibilizzazione per la èrevenzione dell'obesità e del sovrappeso promossa dall'Adi:

1. Fare movimento: basta anche camminare a passo spedito per 3 volte a settimana per almeno 45 minuti di seguito.

2. Attenzione ai condimenti: usare il cucchiaio come unità di misura dell'olio o intingoli grassi. Non più di 1 per pasto.

 3. Distribuire il cibo nella giornata: fare 4-5 piccoli pasti e una buona prima colazione.

 4. Masticare con calma: per digerire meglio e, soprattutto, restare sazi più a lungo.

5. Non eliminare i 'cibi ingrassanti': sì a pasta, pane e patate ma in porzioni ridotte e conditi semplicemente.

 6. Verdura a volontà ma attenzione alla frutta: si dovrebbero assumere non più di 3-4 frutti al giorno.

  7. L'alcol: limitarlo poiché riduce l'eliminazione dei grassi che l'organismo mette in riserva.

 8. Il pesce: consumarlo almeno due volte alla settimana.

9. Proporsi obiettivi raggiungibili: è utile per la salute un dimagrimento lento, di circa 500 grammi a settimana, ma prolungato.

10. Mantenere il dimagrimento: evitare le oscillazioni di peso.

    Una perdita di peso del 10% rispetto al peso iniziale garantisce un sicuro vantaggio per la salute se viene mantenuto.

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