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La Spezia, i medici di famiglia prenotano gli esami ospedalieri

Medicina Generale Redazione DottNet | 08/11/2018 17:46

Si riducono i 'tempi morti' che si creano tra la prescrizione da parte del medico di medicina generale, la prenotazione al Cup, e l'accesso all'ambulatorio specialistico

Meno liste d'attesa e pazienti che vanno in altre regioni per farsi fare visite ed esami: questi gli obiettivi del progetto avviato dal novembre 2016 dall'Asl 5 Spezzino di La Spezia, che ha permesso ai medici di base di prenotare direttamente le prestazioni per i loro assistiti.   L'iniziativa è stata presentata a Roma alla prima Convention del Management della sanità organizzata dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere).   "Da noi c'è sempre stata una forte mobilità verso le strutture sanitarie della Toscana. Volevamo dare un segnale di cambiamento - spiega Maria Antonietta Banchero, direttore sanitario aziendale - Anche noi abbiamo professionisti altrettanto validi".

Così, per ridurre i 'tempi morti' che si creano tra la prescrizione da parte del medico di medicina generale, la prenotazione al Cup, e l'accesso all'ambulatorio specialistico, l'Asl ha cercato di rendere più veloce il percorso.

"Abbiamo fatto un accordo con i medici di famiglia - continua - per una presa in carico globale del sistema da parte loro e degli ospedali, rendendo tutto più efficiente". E' stata così aumentata di anno in anno l'offerta di diagnostica per immagini riportandola ai livelli del 2009-2010 (che era stata decurtata del 70% nelle strutture convenzionate). Un gruppo volontario di medici di base (prima di 30, poi di 70) si è reso disponibile a prenotare direttamente per i propri assistiti le prestazioni da loro richieste in via prioritaria (cioè entro 10 giorni). Contemporaneamente sono state realizzate delle agende di prenotazione riservate ai volontari che potevano utilizzare tali disponibilità dal 10° al 5° giorno dall'erogazione.

"I medici di famiglia possono visualizzare le nostre agende ospedaliere, anche oltre la priorità che mettono sulla ricetta - prosegue Banchero - e possono prenotare direttamente alcuni esami. Abbiamo ampliato questo sistema anche alle visite specialistiche cardiologiche, ortopediche e oculistiche, e ad alcuni esami collegati, tra cui la radiografia del torace, l'ecocardiogramma o l'ecocolordoppler". Alla fine di questo percorso il paziente verrà rinviato al medico di famiglia, o segnalato all'ospedale di competenza per eventuali ulteriori indagini (coronarografia, pace maker, intervento di protesica, vitrectomia, ecc), grazie al "filo rosso diretto" tra lo specialista e il direttore di struttura. Dall'inizio del progetto sono state erogate circa 20.000 prestazioni in questo modo. Nel primo anno e secondo anno di sperimentazione la mobilità passiva per gli esami di diagnostica per immagine è calata di circa 504.000 euro, a fronte di un investimento dell'Asl di circa 220.000 euro, mentre i tempi di attesa per esami e visite ortopediche e cardiologiche sono rientrati nei limiti di legge. "Cercheremo di allargare il progetto - conclude - a tutti i 180 medici di base".

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