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Dieta di uomini preistorici riduce rischi malattie cardiache e diabete

Diabetologia Redazione DottNet | 04/08/2008 11:54

La dieta degli uomini preistorici è un toccasana per la salute. E riduce i rischi di malattie cardiache come l'infarto, o l'ictus.

A suggerire un ritorno al passato, preistorico, sono i ricercatori del Karolinska institute di Stoccolma, che hanno pubblicato uno studio sul Journal of Clinical Nutrition. "Carne magra, verdure, frutti di bosco e noci per tre settimane sono sufficienti ad apportare sensibili miglioramenti e a ridurre i pericoli di attacchi di cuore e ictus". La 'dieta delle caverne' è stata testata su un gruppo di 20 volontari, che in poco tempo si sono visti ridurre il peso corporeo, la pressione arteriosa e le sostanze che, in circolo nel sangue, contribuiscono alla formazione di placche nei vasi sanguigni.


Mangiare come i nostri antenati, gli uomini primitivi, "significa - chiariscono gli scienziati svedesi - mettere al bando cereali compreso il pane, ma anche latte e burro, formaggi o zuccheri. Vietati poi legumi, sale, pasta, riso, insaccati, alcol e succhi di frutta. E optare solo per carne e pesce, frutta, verdura e noci".
Secondo gli autori dello studio, la dieta 'del Paleolitico' ridurrebbe anche i rischi di insorgenza del diabete.

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La tesi più accreditata per avvalorare l'efficacia del ritorno al preistorico consiste nel ricordare che "il nostro organismo si è evoluto nei millenni proprio mangiando gli ingredienti dell'alimentazione dell'epoca delle caverne, mentre gli altri cibi che compongono i nostri pasti di oggi sono un'acquisizione relativamente recente che il Dna umano e la conformazione fisica della nostra specie non hanno ancora imparato a usare a proprio vantaggio". L'unico inconveniente, aggiungono i ricercatori svedesi, "è la riduzione drastica dell'apporto di calcio, che potrebbe costituire un fattore predisponente per l'osteoporosi nell'età avanzata". Un problema che però i nostri antenati che vivevano nelle caverne sicuramente non si erano mai posti, se non altro perchè la vita era talmente breve da non arrivare, spesso, al momento in cui le tempie ingrigivano.
 

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