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Studio ENDORSE: Il rischio della trombosi venosa in pazienti ospedalizzati è spesso ingiustamente sottostimato

Cardiologia Redazione DottNet | 04/08/2008 12:30

Nell'ultimo numero di The Lancet, è stato pubblicato un importante studio epidemiologico internazionale per valutare il trattamento profilattico della trombosi venosa in pazienti ospedalizzati.

La trombosi venosa è una complicanza subdola che colpisce una non trascurabile porzione di pazienti ricoverati sia per ragioni mediche che chirurgiche. Questa patologia può “degenerare” nella complicanza più grave che è l'embolia polmonare. Vista la frequenza e la gravità della patologia, da anni viene instaurata una terapia farmacologica preventiva in tutti i reparti ospedalieri. Tuttavia l'articolo in questione ci svela che spesso il rischio trombo-embolico viene sottostimato e solo una porzione dei pazienti a rischio, circa il 50% , riceve effettivamente la terapia preventiva adeguata. Lo studio è interessante perchè evidenzia che questo problema è presente in tutto il mondo, senza differenze sostanziali tra i diversi paesi. Lo studio ha incluso circa 68.000 pazienti in 32 nazioni ed ha coinvolto circa 358 ospedali di diversi livelli.

Sono state utilizzate le linee guida ACCP del 2004 per definire i gruppi di pazienti a rischio e le misure preventive da adottare (per saperne di più visitare il sito www.chestjournal.org). Circa il 51% dei pazienti inclusi era a rischio di sviluppare una trombosi venosa, il 64% dei pazienti chirurgici ed il 41.5% dei pazienti ricoverati per ragioni mediche. La profilassi antitrombotica era però applicata solo nel 58% dei pazienti sottoposti a chirurgia e solo nel 39.5% dei pazienti in medicina. Volendo sempre trovare il lato buono delle cose si può dire che in tutte le branche ed in tutti i paesi può solo migliorare. Si potrebbe così ridurre una complicanza che, da un articolo dello scorso anno del Dr Cohen, è accreditata come la causa di morte di circa 500.000 pazienti solo nella comunità europea.

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